Domenica 2 Giugno 2024

18.02.07 Wolfgang Kulterer Hypo Bank Heta Asset Resolution sta per concludere il suo lavoro. Aveva il compito di incassare il più possibile dai crediti in sofferenza della defunta Hypo Bank e di vendere al miglior prezzo tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare confiscato a debitori insolventi dell’istituto carinziano. Ieri avevamo scritto che “in tre anni Heta ha svolto un lavoro prodigioso”. Non era un’esagerazione, perché all’inizio di questa drammatica vicenda sembrava che il conto finale da saldare avrebbe superato i 15 miliardi, mentre in realtà ora sappiamo che ne sono bastati 7,7. Sono sempre tanti, ma in partenza nessuno avrebbe scommesso su un risultato del genere.

Il personale di Heta Asset Resolution è (o era) lo stesso che un tempo aveva lavorato per Hypo Bank. In tutte le sedi – in Austria e all’estero, anche in Italia – una parte dei dipendenti era stata distaccata perché si occupasse esclusivamente di questo lavoro, anche se inizialmente non era stata istituita una vera e propria “bad bank”. In Italia erano stati 80 i dipendenti che nel 2011 erano stati trasferiti a Hypo Leasing con questa nuova funzione e il trasferimento allora aveva preoccupato molto il personale e i sindacati. Nessuno immaginava che il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare e che i primi a esserne colpiti sarebbero stati quelli rimasti alla banca, non quelli trasferiti. Si chiamava Hypo Leasing, ma nonostante quel nome non era una società di leasing. Era a tutti gli effetti una “bad bank”, quella che poi sarebbe diventata Heta Asset Resolution.

Già allora – sono passati 6 anni – avevamo osservato che chi lavora in una “bad bank” è come chi sta segando il ramo dell’albero su cui si trova seduto. Quando avrà finito di segare, il ramo cadrà al suolo e con il ramo cadrà anche lui.  Il personale di Heta Asset Resolution ha svolto “un lavoro prodigioso” e proprio per questa ragione sarà “premiato” con il licenziamento. Perché quando Heta Asset Resolution avrà riscosso tutti i crediti che era possibile riscuotere e avrà venduto tutti gli edifici, i terreni, gli yacht, i camion del suo patrimonio, quando non le resterà nulla da recuperare o da cedere, allora avrà raggiunto il suo obiettivo e potrà cessare di esistere.

Attualmente Heta Asset Resolutions ha ancora 800 persone alle sue dipendenze, in Austria e all’estero. All’inizio erano 7200 e tra queste anche gli 80 della sede di Tavagnacco, transitati in Hypo Leasing. Circa 6400 persone se ne sono già andate, le altre seguiranno entro il 2020. Con il graduale azzeramento del personale si sta procedendo anche alla progressiva liquidazione delle società che un tempo costituivano la costellazione di Hypo Group Alpe Adria. Ne sono rimaste 80 (prima erano oltre il doppio), gran parte delle quali sono soltanto dei gusci vuoti che sopravvivono come zombie, perché vi sono procedure burocratiche e adempimenti giuridici che devono essere rispettati.

Contemporaneamente si vanno concludendo anche tutti i procedimenti davanti ai giudici derivanti da un’infinità di contenziosi sorti nel corso del tempo con creditori e debitori. In origine erano oltre 200, ne sono rimasti soltanto 11. Alcune vicende erano arrivate addirittura davanti alla Corte europea di giustizia, ma sono state revocate o si sono già concluse.

Restano in piedi ancora alcuni processi penali, perché il disastro Hypo Bank non è stato causato soltanto dalla crisi finanziaria del 2008, ma anche da operazioni avventurose, che talvolta erano state accompagnate da malversazioni, truffe, tangenti, falsificazione di documenti e di bilanci. Alcuni dirigenti sono attualmente in carcere, altri lo sono stati. Wolfgang Kulterer, 64 anni, era stato direttore generale di Hypo Group Alpe Adria, il numero uno della holding. Finora ha già subito quattro o cinque condanne, per una pena detentiva di 6 anni. Dall’altro ieri è di nuovo a piede libero. Gliel’ha concesso il Tribunale, avendo scontato due terzi della pena (4 anni di carcere) e non essendo più nelle condizioni di inquinare le prove o di fuggire. La sua vicenda processuale, tuttavia, non è finita. Sul suo capo pendono altre condanne non ancora definitive per 5 anni e sei mesi di reclusione.

Ne sentiremo ancora parlare, come sentiremo ancora parlare di Hypo Bank. Ne sentiranno parlare soprattutto i carinziani, che dovranno continuare a pagare il conto rimasto sul loro groppone per tre generazioni. E tuttavia, benché sia evidente che il disastro è stato causato dalla politica delle mani bucate di Jörg Haider, nella sua veste  di presidente del consiglio di sorveglianza di Hypo – allora ancora banca del Land, da Haider considerata come “la sua banca” – alle prossime elezioni del 4 marzo il partito del defunto governatore, l’Fpö, risulterà probabilmente vincitore. L’amnesia collettiva ha fatto sì che la causa fosse scambiata con l’effetto: delle attuali ristrettezze finanziarie del Land non è ritenuto responsabile il governo Haider, che aveva concesso irresponsabilmente a Hypo Bank garanzie spropositate (fino a 27 miliardi!), ma il governo di centro-sinistra oggi in carica (Spö, Övp, Verdi), costretto a chiedere sacrifici ai suoi cittadini, per rimediare ai danni causati non da lui, ma dai predecessori.

 

UNA FOTO recente di Wolfgang Kulterer. L’ex direttore generale di Hypo Group Alpe Aldria ha lasciato l’altro ieri il carcere, dopo 4 anni di detenzione. È apparso molto provato.

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