Domenica 2 Giugno 2024

18.06.06 Vladimir Puntin con Sebastian KurzPer la sua prima visita all’estero dopo l’elezione alla guida della Russia Vladimir Putin ha scelto l’Austria. O, per meglio dire, ha scelto di nuovo l’Austria. È la sesta volta, infatti, che il leader russo mette piede nella capitale austriaca e, per quanto ci sforziamo con la mente, non ricordiamo altri Stati del mondo che lo abbiano visto arrivare con tanta frequenza (a parte, ovviamente, le sedi di organismi internazionali come New York o Bruxelles).

Il rapporto privilegiato con Vienna ha molte spiegazioni, non ultima la presenza nel governo di un partito come l’Fpö (l’estrema destra nazionale e populista), che non più di due anni fa ha sottoscritto un accordo di amicizia con “Russia unita”, il partito di Putin. E proprio questi nuovi “amici” austriaci potrebbero contribuire, con altri “amici” che il leader del Cremlino conta nel nuovo governo italiano e in quelli dell’Ungheria e del gruppo di Visegrad, a far ammorbidire i rapporti tesi tra Russia e Unione Europea e a togliere le sanzioni inflitte da quest’ultima a causa della guerra in corso in Ucraina dal 2014.

Naturalmente Vladimir Putin non è giunto a Vienna con una richiesta esplicita in tal senso. La motivazione ufficiale della visita era la celebrazione del 50.mo anniversario della firma dell’accordo di fornitura di gas tra l’Austria e l’allora Unione Sovietica (200 miliardi di metri cubi in mezzo secolo). Ma fin dal primo momento è stato chiaro che l’ospite venuto dal freddo mirava a servirsi dell’Austria per riallacciare il dialogo con l’Ue.

Di questi rapporti si è parlato soprattutto nella conferenza stampa tenuta congiuntamente da Putin e dal presidente austriaco Alexander Van der Bellen, al termine del loro incontro. Anche se “oggi quasi tutto è congelato”, ha dichiarato Putin, “noi siamo aperti e pronti per una collaborazione”. E subito dopo ha accennato al dialogo che sarebbe in corso con Bruxelles, per rimettere in moto i meccanismi e gli strumenti della cooperazione. Queste consultazioni sarebbero “molto costruttive, ma non facili”.

Van der Bellen ha replicato asserendo di non vedere “alcuna crisi di fiducia con la Russia”. A chi gli chiedeva se non vi fosse un problema di credibilità, Putin ha risposto: “Non penso che si tratti di un problema di credibilità. Questo è un problema per quelli che vogliono che la situazione con la Russia appaia così”. Ma la Russia sarebbe pronta a collaborare. Il ristabilimento di buoni rapporti sarebbe nell’interesse di entrambi le parti.

A proposito delle sanzioni, Putin le ha definite “dannose per tutti” e ha aggiunto: “Noi siamo interessati alla loro abolizione”. Un’affermazione fatta sapendo di poter trovare il consenso dell’Fpö. Ma non quello di Van der Bellen e del cancelliere Sebastian Kurz, incontrato poco dopo. Entrambi hanno affermato che sulla questione sanzioni l’Austria è in piena sintonia con l’Ue.

Anche i rapporti economici sono stati al centro dei colloqui. La Russia è il secondo Paese investitore in Austria, dopo la Germania, per un valore di 24 miliardi. Gli scambi commerciali, nonostante le sanzioni, sono cresciuti del 40% e risultano in costante aumento. Del resto la Russia è un grande mercato con 146 milioni di persone, che salgono a 170, se si considera anche la Russia asiatica.

Alla sera Putin ha deposto una enorme corona di fiori ai piedi del monumento nella piazza Schwarzenberg dedicato all’Armata Rossa e ai suoi 17.000 soldati caduti nella primavera del 1945 nella battaglia per la liberazione di Vienna.

Per la visita del presidente russo sono state prese eccezionali misure di sicurezza, con la mobilitazione di 800 soldati e di altrettanti poliziotti, che hanno protetto l’ospite in tutti i suoi spostamenti nella capitale. Per prevenire minacce dall’alto, sono stati parzialmente interdetti anche i voli su Vienna, Bassa Austria e Burgenland.

 

  NELLA FOTO, l’incontro di Vladimir Putin con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz.

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