Sabato 18 Maggio 2024

17.04.21 Karl-Heinz GrasserKarl-Heinz Grasser – un tempo pupillo di Haider in Carinzia, poi cacciato dal partito per aver osato criticare il “capo” in una intervista, infine richiamato all’ovile per fare il ministro – dovrà comparire davanti a una Corte d’assise in autunno, per rispondere di corruzione, malversazione e di altri reati minori. Accanto a lui, sul banco degli imputati, altre 14 persone: colleghi di partito e funzionari del ministero che lo avrebbero aiutato a incassare le tangenti, imprenditori e mediatori, che avrebbero versato quelle tangenti per fare i loro affari.

I fatti risalgono a oltre dieci anni fa e si giunge soltanto ora al processo perché anche in Austria la giustizia non è veloce come si crede. Anzi, quando ci sono di mezzo i politici, rallenta ancora di più il passo. Grasser non è più il giovane ministro che faceva innamorare le donne e piaceva tanto alle giornaliste italiane che andavano a intervistarlo. Il tempo è passato anche per lui, non è più ministro e quindi ha perso il fascino del potente. Ora è soltanto il marito dell’ereditiera Swarovski.

Due gli episodi di cui è accusato. Il più grave riguarda lo scandalo Buwog, un tempo società immobiliare dello Stato, proprietaria di oltre 60.000 alloggi di edilizia pubblica residenziale. Nel 2000 il Ministero delle Finanze, che faceva capo a Grasser, ne decise la privatizzazione. L’immenso patrimonio immobiliare fu aggiudicato in blocco per 961 milioni al consorzio di imprese Immofinanz, che era riuscito a battere la concorrenza di Ca Immo offrendo un solo milione in più.

Secondo la Procura nazionale anticorruzione Immofinanz sarebbe stata informata, tramite due collaboratori di Grasser, del prezzo offerto da Ca Immo, in modo da poter presentare un’offerta migliore, ma soltanto quel tanto che fosse necessario. Quella soffiata sarebbe stata compensata con 10 milioni di euro (l’1% del valore dell’affare), che Grasser avrebbe condiviso con due suoi collaboratori, che avevano fatto da intermediari. La somma era stata versata inizialmente su conti bancari a Cipro e da lì trasferita successivamente in un conto anonimo nel Liechtenstein, ma che agli inquirenti sarebbe risultato poi nella disponibilità dell’ex ministro.

Il secondo episodio è collegato alla realizzazione della cosiddetta “Terminal Tower” di Linz, il più alto grattacielo dell’Austria, al di fuori di Vienna. Era destinato a ospitare uffici, tra cui quelli della succursale locale del Ministero delle Finanze. La proposta, tuttavia, era stata respinta da Grasser, essendo il canone troppo alto, rispetto ad altre offerte più convenienti. Nel 2005, però, il ministro aveva improvvisamente cambiato idea, dopo che due suoi collaboratori (uno di essi era anche stato suo testimone nelle prime nozze) avevano ricevuto un compenso di 200.000 euro per una consulenza “allo scopo di rimuovere gli impedimenti in relazione al progetto edilizio” della società costruttrice.

In tutti questi anni di indagini Grasser ha sempre respinto le accuse e si è proclamato innocente. Anche il suo legale, Manfred Ainedter, nell’apprendere la notizia del rinvio a giudizio, si è detto certo che la Corte d’assise pronuncerà una sentenza di assoluzione nei confronti del suo assistito.

 

NELLA FOTO, l’ex non più giovane ministro Karl-Heinz Grasser.

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