Mercoledì 4 Dicembre 2024

21.11.25 Heinz-Christian Strache - CopiaAlle volte la vita può cambiare in un lampo. Per Heinz-Christian Strache (nella foto) sono bastati 4 minuti per veder crollare il suo mondo di leader indiscusso dell’estrema destra austriaca. Sono quei 4 minuti di videoregistrazione della famosa nottata trascorsa in una villa di Ibiza in compagnia di una piacente oligarca russa (in realtà una piacente attrice bosniaca reclutata per fingere di essere un’oligarca russa), in cui lo si vede trattare tangenti in cambio di appalti pubblici.

Da allora Strache non è più segretario dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, non è più vicecancelliere, non fa più parte nemmeno di un partito. È diventato un mendicante, che bussa alla porta dei suoi connazionali per chiedere la carità. Non si è messo ancora in fila davanti alla mensa della Caritas austriaca, assieme a barboni e a immigrati (o clandestini, come li chiamava lui), ma poco ci manca.

Per ora si è limitato a pubblicare un post sulla sua pagina Facebook, in cui si rivolge ad “amici e sostenitori” per chiedere un aiuto in denaro. Le enormi spese legali per difendersi da accuse da lui definite false e infamanti lo avrebbero portato all’orlo della rovina economica ed esistenziale. Quanto sia urgente la necessità di aiuto lo si evince dal fatto che nello stesso post Strache ha pubblicato anche il codice Iban del suo conto corrente alla Volksbank. I versamenti vanno fatti con la motivazione: spese di difesa legale.

Per uno come lui, abituato a vivere alla grande, si può capire quanto sia drammatica la condizione attuale. L’indennità di vicecancelliere non gli bastava per vivere. A quella somma non irrilevante aggiungeva rimborsi di spese personali al di fuori di ogni controllo e altri soldi attinti a piene mani dalle casse del partito. Negli ultimi anni aveva bruciato ogni mese 32.000 euro circa. E poiché l’Fpö, come tutti i partiti in Austria, beneficia di finanziamenti pubblici, quelle risorse sarebbero state destinate per legge esclusivamente all’attività politica, non ai consumi privati del suo segretario.

Sono queste le accuse “false e infamanti” da cui Strache deve ora difendersi, non quelle legate al video di Ibiza, che sono già state archiviate dalla Procura di Stato (all’epoca non era ancora al governo e quindi gli appalti promessi alla bella “russa” sono stati derubricati a semplice millanteria non perseguibile penalmente).

Ovviamente nessuno può sapere in quanti abbiano risposto all’appello. I suoi “amici e sostenitori” gli avrebbero perdonato volentieri le farneticazioni notturne nell’isola di Ibiza, riprese da una candid camera, non invece le spese pazze da segretario di partito. Quella vita da nababbo con i soldi dell’Fpö ha segnato la definitiva fine politica di Strache. Si può presumere, quindi, che la sua richiesta di aiuto non troverà molti ascoltatori.

Uno in ogni caso lo ha ascoltato. È un cittadino turco, titolare di uno spaccio di kebab, lo Yedigün Döner, nell’11. distretto, in via Sechsenhauser, non lontano dalla Pizzeria Mafiosi, gestita da italiani. Yedigün Döner ha effettuato un bonifico di 3,90 euro, il prezzo di una porzione di kebab e di un bicchiere di ayran, classica bevanda turca a base di yogurt, acqua e sale.

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