Lunedì 7 Ottobre 2024

21.03.13 Vaccino AstraZenecaL’Austria è il primo Paese ad aver disposto la sospensione delle vaccinazioni con un determinato lotto fornito da AstraZaneca, ma è stato anche il primo a decidere poi di proseguire comunque con la campagna vaccinale, ritenendo che non vi fosse alcun nesso di causalità tra l’inoculazione del farmaco e i sopravvenuti “eventi trombotici”, che avevano causato la morte di una infermiera dell’ospedale di Zwettl (Bassa Austria) e il ricovero di una sua collega dello stesso ospedale, nonché di un’altra infermiera residente in Stiria.

C’è una connessione temporale – tutte e tre le donne avevano ricevuto il vaccino e dopo circa dieci giorni avevano avvertito disturbi nel coagulo del sangue, disturbi che per una di esse sono risultati fatali – ma gli esami finora effettuati non hanno fatto emergere nulla che potesse imputare ad AstraZeneca l’emergere di tali problemi.

Va detto che l’assunzione di qualsiasi farmaco può causare effetti indesiderati, che di solito sono dettagliatamente specificati nelle istruzioni contenute nella confezione. Persino l’Aspirina, che è forse il farmaco più diffuso al mondo, può dare dei disturbi. I vaccini non si sottraggono a questo rischio. Ed è la ragione per cui prima di essere approvati dalle agenzie sanitarie (nell’Ue dall’Ema) sono sottoposti a ripetuti test, che richiedono tempi lunghi. AstraZeneca, prima di essere messo in distribuzione, è stato provato su 50.000 pazienti volontari. Le principali reazioni indesiderate erano consistite in febbre, mal di testa, nausea, dolori e arrossamento nel punto di iniezione, in genere della durata di qualche ora. Non si erano verificati eventi trombotici.

Ciò non significa, naturalmente, che non possano verificarsi ora che il vaccino è distribuito in milioni di dosi e proprio per questo se ne tiene doverosamente conto. In Europa finora sono stati somministrati 15 milioni di dosi, la gran parte delle quali (9,7 milioni) in Gran Bretagna. Tutti i disturbi rilevati nei pazienti sono stati segnalati in un apposito registro. Fino all’8 marzo erano 1.098 i casi annotati, che riguardavano in gran parte (904) l’ingrossamento dei linfonodi. Un solo caso di trombosi aveva avuto esito mortale.

In Austria fino a giovedì scorso erano state iniettate 1,28 milioni di dosi di vaccino, di cui 369.600 di AstraZeneka. Del lotto incriminato ne sono rimaste 6.000. Considerando che in Europa ogni anno i decessi per trombosi sono 60-70 ogni 100.000 abitanti, quelli segnalati in relazione al vaccino AstraZeneca sono largamente al di sotto della media. È questa forse la considerazione che deve aver convinto l’Austria a non interrompere le vaccinazioni.

Altri Paesi, tra cui l’Italia, la Danimarca, la Norvegia e l’Islanda, hanno deciso diversamente per motivi prudenziali che all’Austria invece sono apparsi eccessivi.

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