Domenica 2 Giugno 2024

14.05.31 Sebastian KurzDall’Austria giunge una nuova idea per fronteggiare le ondate di profughi che, dopo la chiusura della rotta dei Balcani, tentano di arrivare in Europa via mare, spesso rimanendo vittime di naufragi. Non più muri ai confini, interni o esterni, ma internamento dei migranti in isole del Mediterraneo. La proposta viene da Sebastian Kurz, ministro degli esteri dell’Övp (Partito popolare), che l’ha esposta in interviste apparse ieri su più giornali.

Il meccanismo è abbastanza semplice e, secondo il suo ideatore, anche efficace: le navi che soccorrono i profughi in difficoltà, su barconi o gommoni che stanno per affondare, conclusa le operazioni di salvataggio, non dovrebbero trasportare il loro carico umano in Italia o in Grecia, ma riportare gli uomini nei porti da cui avevano preso il largo o, se ciò non fosse possibile, trasferirli in isole del Mediterraneo destinate a diventare per essi luoghi di internamento permanente.

Una scelta del genere dovrebbe servire a far capire alle centinaia di migliaia di uomini in attesa nel Nord Africa che “il salvataggio in mare non è un ticket per mettere piede in Europa”. “L’Unione Europea – ha soggiunto il ministro – dovrebbe mettere in chiaro: chi tenta illegalmente di entrare in Europa perde immediatamente il diritto all’asilo in qualità di rifugiato”. Questa misura avrebbe un grande effetto deterrente, con un doppio risultato: frenare l’immigrazione ed evitare la perdita di migliaia di vite umane in mare. Le richieste di asilo, invece, dovrebbero essere prese in esame in centri istituiti dall’Onu nelle zone di provenienza dei migranti.

Contemporaneamente, però, l’Europa dovrebbe intervenire molto di più in aiuti sul posto nelle aree di crisi ed accogliere invece volontariamente “i più poveri tra i poveri”. Kurz ha indicato a questo proposito “le donne, i feriti, gli ammalati, i più deboli, le donne incinte”. “In questo modo potremmo contenere l’immigrazione entro dimensioni a cui si può far fronte e integrare i nuovi arrivati”.

Kurz ha elaborato la sua idea prendendo a modello la scelta del governo australiano. In quel continente nessuno ormai può entrare illegalmente, ma anche nessuno annega. La Marina australiana pattuglia le coste, blocca le imbarcazioni in arrivo con migranti a bordo e riporta gli uomini nei luoghi da cui erano partiti o in centri di internamento nelle isole di Nauru e Papua Nuova Guinea.

Nel Mediterraneo le coste da cui  provengono quasi tutti i barconi diretti in Europa è la Libia, ma qui il capo del nuovo governo di unità nazionale, Fayez al-Sarraj, ha già messo le mani avanti: “Noi non consentiremo – ha dichiarato – che l’Ue ci rispedisca indietro i migranti. L’Europa deve trovare il modo per riportarli nei loro Paesi di origine. Non possono vivere da noi”.

In Austria la proposta di Kurz ha suscitato reazioni per ora soltanto nell’Fpö e nei Verdi. Harald Vilimsky, segretario generale del primo partito, ha definito le parole del ministro “l’apice dell’inattendibilità e dell’ipocrisia dell’Övp. Nella realtà dei fatti, non è cambiato proprio nulla della politica di benvenuto dei popolari e dei socialdemocratici”. Invece secondo Alev Korun, portavoce dei Verdi per i diritti umani, “la proposta di Kurz di mettere in gabbia chi chiede protezione è l’abolizione del diritto”. Nessuna reazione, per ora, da parte dell’Spö, partito che governa l’Austria insieme con l’Övp.

 

NELLA FOTO, il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz.

________________________

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina

 

Lascia un commento