Lunedì 2 Dicembre 2024

21.11.26 Corteo protesta no-vax Linz del 21.11.2021L’Austria è da lunedì in lockdown, ma è come se non lo fosse. Ristoranti, bar, impianti sportivi, luoghi della cultura e per il tempo libero non sono più accessibili, è vero, ma l’atteggiamento generale della popolazione non è cambiato rispetto a prima. La misura disposta dal governo tendeva a limitare il più possibile la mobilità delle persone, per ridurre i contatti e quindi i contagi. Erano previste alcune specifiche eccezioni (per lavoro, per acquisto di viveri, per assistere persone ammalate ecc.), ma l’ultima – quella che prevedeva la possibilità di uscire di casa “per sgranchirsi le gambe” – è stata interpretata in senso molto estensivo: in altre parole, la gente va dove vuole, quando vuole e per tutto il tempo che vuole. Spesso senza mascherina e senza rispetto del distanziamento.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Ieri l’indice delle infezioni per 100.000 abitanti era a quota 1.075, con 619 persone ricoverate in terapia intensiva. È stata superata così per la prima volta quota 600, considerata il tetto massimo sopportabile. Ora si deve procedere al triage, non potendo più garantire le terapie necessarie a tutti. E intanto continuano a morire 50-60 persone al giorno in un piccolo Paese che ha la popolazione della Lombardia.

Rudolf Likar, primario di medicina intensiva e coordinatore dei reparti di terapia intensiva del Land Carinzia, si chiede “perché gli uomini sono così stupidi e non rispettano le limitazioni del lockdown. In Italia, in Spagna, in Portogallo questo funziona. Perché da noi no? Il Sud Tirolo (Provincia di Bolzano, nda), paragonabile con la Carinzia, ha 11 pazienti in terapia intensiva, noi ne abbiamo 60”. Likar prevede che il numero salirà ancora e per questo nel “Klinikum” (si chiama così l’ospedale di Klagenfurt) si sta allestendo un nuovo reparto soltanto per pazienti Covid.

Anche la virologa Dorothee von Laer, docente all’Università di medicina di Innsbruck, è piuttosto pessimista. Al settimanale “Profil”, che l’ha intervistata, ha spiegato che gli effetti del lockdown generalizzato si vedranno soltanto tra una settimana e ha detto di sperare in una significativa riduzione dei nuovi contagi, ma ha espresso forti dubbi sulla possibilità di porre termine alle restrizioni il 13 dicembre. Almeno in alcuni Länder il lockdown dovrà essere prolungato. Sono soprattutto i Länder occidentali, dove si è vaccinato di meno, mentre la situazione appare migliore nella parte orientale dell’Austria. I Länder occidentali sono quelli che ospitano i principali poli sciistici del Paese: se le chiusure dovessero essere protratte oltre il 13 dicembre, il turismo di Natale sarebbe definitivamente compromesso e con esso l’intera stagione invernale.

Sono considerazioni che al dott. Likar appaiono ovvie, ma non a una larga fetta di austriaci che continuano a rifiutare la vaccinazione. Non si arrendono nemmeno davanti al numero dei morti e dei ricoverati. Nemmeno davanti al contagio che ha colpito il leader dell’Fpö, Herbert Kickl, principale contestatore della “Coronadiktatur”. Da tempo Kickl è in quarantena ma ormai da alcuni giorni non pubblica più sulla sua pagina Facebook i suoi video, come faceva prima quotidianamente. Non risulta, tuttavia, che sia stato ricoverato in ospedale, per cui le sue condizioni non dovrebbero essere gravi.

Ben più gravi, invece, sono le condizioni di un consigliere regionale del Land Alta Austria del partito Mfg (Menschen-Freiheit-Grundrechte, ovvero “Uomini, libertà, diritti fondamentali”), movimento no-vax che alle elezioni del 26 settembre ha ottenuto il 6%. Anche lui è stato colpito da Covid e ora è ricoverato in terapia intensiva dell’ospedale di Ried, distretto di sua residenza. Ovviamente non è vaccinato. In campagna elettorale si era distinto per il rifiuto di indossare la mascherina. Ora è tenuto in coma artificiale. L’Mfg ha confermato in una nota che “un collega di partito è gravemente ammalato”, ma senza specificare di quale patologia.

Anche a Linz, capoluogo dell’Alta Austria, si era tenuta domenica scorsa una manifestazione contro le misure di contenimento dell’epidemia appena annunciate dal governo e dai Länder. Ne erano stati promotori i tre consiglieri regionali dell’Mfg (uno dei tre è quello ora in terapia intensiva). Vi avevano partecipato 6.000 persone, un numero dieci volte superiore a quello previsto. Molti sventolavano bandiere con i colori dell’Austria, nessuno indossava la mascherina. Innumerevoli gli striscioni di contestazione: “L’iniezione (del vaccino, nda) è il più grande crimine dell’umanità”, “Diritti civili e libertà, nonostante il Coronavirus”. Molti inveivano contro il governatore Thomas Stelzer, “il primo criminale dell’Alta Austria”.

Probabilmente inveiva anche il consigliere regionale dell’Mfg, che ora è intubato nell’ospedale di Ried.

 

NELLA FOTO, i partecipanti al corteo di protesta che domenica scorsa hanno attraversato il centro di Linz.

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