Sabato 18 Maggio 2024

16.03.30 Johanna Mikl-Leitner e Hans Peter DoskozilLa quiete dopo la tempesta. È questa l’immagine che offre oggi l’Austria, dopo l’assalto dei profughi giunti lo scorso autunno dalla rotta balcanica. Da settimane ormai quel canale di ingresso si è prosciugato, in seguito al blocco dei transiti tra la Grecia e la Macedonia, e il grande centro di registrazione allestito a Spielfeld, al confine tra Stiria e Slovenia, appare ora come una “fortezza” deserta e tristemente inutile.

Ma è soltanto questione di settimane, perché quel fiume in piena di disperati provenienti da zone di guerra o di miseria non si fermerà, cercherà soltanto altri itinerari. Ne sono convinti in Austria la ministra degli Interni, Johanna Mikl-Leitner, e il suo collega della Difesa, Hans Peter Doskozil, che si stanno adoperando per rafforzare la vigilanza al Brennero e lungo il confine del Burgenland. Evidentemente ritengono che le migliaia di profughi respinti a Idomeni o riportati in Turchia non rinunceranno alla speranza di raggiungere il Centro Europa. Si rimetteranno in marcia puntando verso la Bulgaria, per aggirare a est il blocco dei Balcani, o più probabilmente cercheranno un passaggio via mare, per raggiungere l’Italia e risalire la penisola.

Ecco dunque la necessità – dal punto di vista austriaco – di rafforzare i controlli alla frontiera italiana: al Brennero, innanzitutto, ma anche ai valichi minori, come quelli di Prato alla Drava o del passo Resia. Potranno farlo, dirottando qui parte dei 400 poliziotti (e dei militari dell’esercito) che erano stati schierati a Spielfeld, dove ormai non servono più.

Mikl-Leitner e Doskozil ne hanno fatto cenno ieri nel corso di un incontro con i giornalisti, nel quale però l’argomento principale erano le nuove, più restrittive misure che entreranno in vigore da metà maggio per la concessione dell’asilo ai richiedenti che da quella data cercheranno di mettere piede in Austria. Si tratta di un argomento politicamente scottante. Come è noto, nei mesi scorsi il governo di Vienna, su proposta dei due ministri, aveva deciso a denti stretti di fissare un tetto al numero dei profughi che sarebbero stati accolti in Austria nel corso dell’anno (37.500), con una quota giornaliera non superiore a 80.

Il provvedimento, fortemente voluto dall’Övp, era stato contestato da una parte dell’Spö (Partito socialdemocratico), da altre forze politiche e soprattutto dal fronte delle organizzazioni umanitarie, perché considerato in contrasto con la convenzione di Ginevra sui diritti dell’uomo. Non si può sbattere la porta in faccia – questa la contestazione – a chi cerca rifugio, perché la sua vita e la sua libertà sono minacciate.

Da ieri la scelta limitativa del governo ha avuto il conforto del parere “tecnico” richiesto al costituzionalista Bernd Christian Funk e all’esperto di diritto europeo Walter Obwexer. I due, pur ribadendo i principi dell’asilo da concedere ai profughi in base alla convenzione di Ginevra, hanno riconosciuto la possibilità di porre dei limiti, se per il Paese ospitante insorgano problemi “di ordine pubblico o di sicurezza interna”. Forti di questo parere, Mikl-Leitner e Doskozil hanno annunciato a partire da metà maggio criteri più rigorosi nell’accoglimento dei profughi e in particolare nell’applicazione dell’articolo 8 della convenzione di Ginevra, quello che riguarda i ricongiungimenti familiari.

“Non concederemo più asilo – ha dichiarato Johanna Mikl-Leitner – se non nei casi in cui ciò sia assolutamente necessario”. Per esempio, se il respingimento dovesse mettere in pericolo la vita del richiedente o sottoporlo a trattamenti disumani. In tutti gli altri casi il profugo sarà riaccompagnato nel Paese di provenienza.

I nuovi criteri di accoglienza potrebbero essere approvati dal governo già entro il mese di aprile. L’applicazione dovrebbe avvenire attraverso un procedimento accelerato, già al confine austriaco, in uno dei centri di registrazione che saranno prossimamente allestiti. In quella sede sarà immediatamente stabilito chi può trovare ospitalità in Austria e chi no. Non saranno più ammessi profughi che intendono proseguire il viaggio per la Germania o altri Paesi del Nord Europa, come era accaduto lo scorso anno.

 

NELLA FOTO, la ministra degli Interni Johanna Mikl-Leitner con il ministro della Difesa (già comandante della polizia nel Burgenland) Hans Peter Doskozil. Vengono chiamati “la strana coppia”, perché, pur appartenendo a partiti diversi (lei popolare, lui socialdemocratico), stanno gestendo d’amore e d’accordo l’emergenza profughi, come non accadeva invece con il predecessore di Doskozil, Gerald Klug, pure socialdemocratico.

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