Sabato 18 Maggio 2024

22.03.20 Protesta no vax con bandiere russeStrano fenomeno in Austria: le proteste dei no-vax contro le misure anti-Covid si stanno trasformando sempre più anche in proteste contro la guerra in Ucraina. Ma non contro la Russia che aggredisce, bensì contro l’Ucraina che è aggredita. Capita così di assistere a sfilate di dimostranti lungo il Ring di Vienna (è ormai un rito fisso del sabato, con grande gioia dei commercianti), che oltre ai cartelli consueti contro il vaccino e contro la “Lügenpresse” (“la stampa menzognera”), sventolano anche bandiere con i colori della Russia e declamano slogan pro Putin.

Le proteste pubbliche contro le misure anti-Covid (quelle che ancora rimangono) e pro Russia non nascono dal nulla. Sotto c’è una campagna orchestrata dalla stampa di estrema destra, che riesce acrobaticamente a coniugare l’epidemia da Coronavirus con la guerra in corso. Anche sulla piattaforma social Telgram si leggono alcuni post che sembrano attingere alla propaganda dei giornali di Stato russi. Uno dei più gettonati è: “Putin è il nostro alleato nella lotta contro il crimine capitalista”. Oppure: “Gli stessi poteri occulti responsabili per la pandemia da Coronavirus ora trascinano l’Austria in una guerra economica”. Quest’ultima affermazione è di Martin Rutter, già consigliere regionale del Land Carinzia, divenuto in seguito popolare in tutta l’Austria come animatore della protesta, riconducibile all’ala radicale dei no-vax.

Da dove nasce questo entusiasmo per la Russia? I giornalisti dell’Orf hanno posto la domanda a Nicolas Stockhammer, esperto di terrorismo. “Nel segmento populista di destra – ha risposto – si riscontra una grande affinità con la Russia nella battaglia contro gli Usa, la Nato e le altre “forze dottrinarie”, come vengono chiamate”. Anche giornali dell’estrema destra austriaca ragionano allo stesso modo. Il settimanale dell’Alta Austria “Wochenblick”, per esempio, fa propria la propaganda di guerra russa e su Telegram riesce ad avere 63.000 follower.

La scrittrice e giornalista Ingrid Broding, già redattrice del settimanale “Profil”, sostiene che “durante il Coronavirus ci sono persone che sono informate rivolgendosi a media alternativi, a cui prima non si sarebbero mai rivolti. Fonti che minimizzavano il pericolo del virus e che ora hanno cambiato improvvisamente registro, parlando in termini molto amichevoli di Putin”. Una parte di questi lettori, come aveva bevuto le informazioni sul Coronavirus, ora è diventata ricettiva anche per la propaganda russa”.

Ancora più follower di “Wochenblick” ha l’emittente internet di destra Auf1.Tv, la cui popolarità è cresciuta durante l’epidemia da Coronavirus, con la narrazione di complotti. Direttore è Stefan Magnet, in anni giovanili membro di una organizzazione di estrema destra. Tema centrale del suo messaggio è il “great reset” (è la definizione della proposta del World Economic Forum per ricostruire l’economia in modo sostenibile dopo la pandemia), da lui inteso come una grande congiura mondiale.

“Non si tratta solo del Coronavirus o della crisi ucraina – spiega Magnet – ma piuttosto della trasformazione delle società attraverso l’immigrazione e l’identità sessuale, comprese le farneticazioni sul cambiamento climatico. Il great reset definisce tutto questo. Una grande trasformazione a vantaggio di alcuni super-ricchi, che traggono vantaggi da questo processo”.

Ma Putin che ci azzecca con questo complotto mondiale? I media dell’estrema destra austriaca ritengono che lo “zar” di Mosca si contrapponga ad esso e tanto basta per essi per capovolgere in Ucraina il ruolo di aggressore e aggredito, reo e vittima.

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