Sabato 18 Maggio 2024

10.08.24 Darko Šari?, montenegrino, re della cocaina in SerbiaLa vicenda di Hypo Group Alpe Adria si sta rivelando sempre più materia destinata alle pagine di cronaca nera del giornale, piuttosto che a quelle dell’economia. Da mesi ormai le Procure di Monaco e di Vienna stanno scavando negli ultimi anni di storia della holding carinziana, per individuarne le responsabilità del dissesto. Gli scheletri trovati finora negli armadi parlano di affari a dir poco sospetti, fatti soprattutto nei Balcani. Alcuni dei partner del gruppo sono da tempo in carcere, altri stanno per entrarvi.

Lo stillicidio di episodi è quotidiano. Quello di ieri è forse il più clamoroso della serie: riguarda il riciclaggio di 100 milioni di euro appartenenti al narcotrafficante Darko Šari?, di origine montenegrina, sospettato di essere il boss della mafia serba, divenuto “cliente” di Hypo Group. In aprile le autorità di Belgrado lo avevano accusato del traffico di 2,7 tonnellate cocaina. È un caso che proprio nel giorno in cui il quotidiano “Österreich” di Vienna ha dato notizia del presunto coinvolgimento della holding carinziana nel riciclaggio del suo patrimonio, fosse in Austria la ministra degli interni del governo di Belgrado, Ivica Dacic. Si trovava nel castello di Fuschl, a pochi chilometri da Salisburgo, per partecipare a un incontro internazionale sulla lotta alla criminalità organizzata, incontro nel quale ha avuto occasione di discutere del caso Šari? con il responsabile dell’Ufficio federale austriaco per la criminalità. I contenuti del colloquio non sono noti. Intervistata ieri dai giornalisti, la Dacic si è limitata a dichiarare che “sono in corso indagini per corruzione da parte della Procura speciale nei confronti del presunto boss mafioso Šari?”, aggiungendo però che “lei, come ministra, non ne intendeva parlare”.

Quali sono le accuse? Il quotidiano “Österreich”, richiamandosi a documenti e indagini delle autorità serbe, parla di un “geniale quanto semplice” sistema di lavaggio del denaro sporco. Šari?, attraverso sue società off-shore, avrebbe trasferito su conti di Hypo Bank, soprattutto in Liechtenstein, circa 100 milioni di euro. Quasi in contemporanea, il gruppo bancario gli avrebbe concesso una linea di credito di 81,56 milioni tramite la Hypo Group Netherlands Corporate Finance (banca olandese del gruppo carinziano) e altri 17,9 milioni tramite l’Hypo Alpe Adria International Ag di Klagenfurt. Entrambi i finanziamenti confluivano sul conto della società Blok 67 Associate, impegnata in un progetto edilizio a Belgrado comprendente 2.200 appartamenti più negozi e locali commerciali. Secondo la polizia serba, 800 degli appartamenti risulterebbero di proprietà del Šari?.

Le rate di ammortamento del credito sono state bloccate dagli inquirenti. Alla banca olandese sarebbero ritornati 5,5 milioni, alla International di Klagenfurt soltanto 2,9. Ma che importa? A garantire la restituzione dei finanziamenti c’erano quei 100 milioni di denaro sporco, frutto del traffico di cocaina, approdati clandestinamente nel caveau di Hypo Bank in Liechtenstein. Attraverso compensazioni interne al gruppo, il credito alla Bolk 65 Associate divenuto inesigibile veniva saldato con il denaro sporco proveniente da Vaduz, che miracolosamente diventava così candido.

All’epoca di queste operazioni Wolfgang Kulterer, attualmente in carcere per infedeltà patrimoniale, non era più presidente di Hypo Group. Alla guida della holding era il suo successore Tilo Berlin, che però, interpellato da “Österreich”, non ha voluto rispondere “per ragioni di riservatezza”. La portavoce del nuovo management di Hypo Group, invece, ha dichiarato che “fare chiarezza sul passato è nell’interesse della banca”.

Nella foto, Darko Šari?, sospettato di aver riciclato 100 milioni di euro attraverso Hypo Group.

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