Giovedì 19 Settembre 2024

Christoph Chorherr (nella foto), 52 anni a dicembre, fino al 2019 esponente di spicco dei Verdi austriaci, è comparso davanti al Tribunale di Vienna, con l’accusa di corruzione e abuso di ufficio. Avrebbe favorito alcuni importanti operatori del settore immobiliare, in cambio di soldi per finanziare progetti umanitari in Sud Africa. Il processo è appena iniziato e fino al giorno della sentenza sono previste 11 udienze. Le accuse sono tutte da provare e, dunque, anche per Chorherr vale la presunzione di innocenza. Ma le vicende emerse dall’inchiesta della magistratura, quand’anche non dovessero avere rilevanza penale, hanno messo comunque in cattiva luce il suo operato, al punto da averlo costretto a rassegnare fin da subito le dimissioni dal partito e dal seggio che occupava ultimamente nel consiglio comunale a Vienna, dopo essere stato nella precedente tornata amministrativa vicepresidente della Commissione edilizia.

Accanto all’attività politica, Chorherr era da tempo impegnato in iniziative di solidarietà internazionale. Come fondatore e presidente dell’associazione Social Sustainable Architecture aveva gestito dal 2002 in poi progetti di sviluppo in Sud Africa. E nel 2008 aveva fondato, sempre in Sud Africa, l’Ithuba Skills College, una scuola in una township a sud-est di Johannesburg.

Queste iniziative era state finanziate con contributi del Comune di Vienna e con offerte di privati. Tra questi, gli importi maggiori sono risultati versati da alcuni tra i più noti operatori immobiliari austriaci, dal miliardario René Benko (presente anche in Italia con alcuni investimenti) a Michael Tojner (è suo il progetto Heumarkt nel centro di Vienna, che per le sue spropositate dimensioni rischia di far perdere alla città la qualifica di patrimonio dell’Unesco), a Erwin Soravia (ha finanziato la grande tettoia che con un audace inserimento architettonico sovrasta l’ingresso all’Albertina), Wilhelm Hemetsberger (titolare di una società di consulenza finanziaria per grandi aziende), Günter Kerbler (immobiliarista specializzato nel risanamento di edifici storici, noto di recente per aver costruito nel nuovo quartiere di Seestadt un edificio 84 metri interamente in legno, il più alto del genere in Austria).

In totale questi signori avrebbero procurato a Chorherr 1,6 milioni. La Procura anticorruzione ha documentato alcuni di questi finanziamenti: 56.000 euro da Tojner, 100.000 da Benko, Soravia 15.000, Kerbler 100.000. Gli inquirenti sono convinti che non si trattasse di beneficenza disinteressata. Ciascuno di quei versamenti sarebbe collegato a provvedimenti del Comune di Vienna in loro favore (concessioni edilizie, modifiche alla pianificazione urbanistica), ottenuti grazie all’impegno di Chorherr, nella sua veste di vicepresidente della commissione edilizia.

Nella prima udienza del processo – che ha visto sul banco degli imputati, accanto all’ex leader verde, i personaggi sopra citati e altri dirigenti delle loro società – si sono dichiarati tutti “non colpevoli”. In sostanza, non ci sarebbe alcuna relazione tra i bonifici in favore di Chorherr, per i suoi progetti umanitari in Sud Africa, e i loro investimenti edilizi. Può darsi che le cose stiano davvero così, ma suona male che Chorherr, ai vertici di una commissione edilizia, si fosse fatto finanziare, sia pure a fin di bene, proprio da operatori del settore edilizio e non, per esempio, da un’industria dell’acciaio come Voestalpine o dal produttore di bibite energetiche Red Bull. Per giunta, non risulta che i citati immobiliaristi fossero stati altrettanto generosi con altre organizzazioni no profit.

L’udienza conclusiva con la pronuncia della sentenza è prevista per il 20 dicembre. Qualora fosse sfavorevole a Christoph Chorherr, si tratterebbe della prima condanna di un esponente – o ex esponente – dei Verdi. Finora tutti i partiti tradizionali austriaci erano stati coinvolti in episodi di corruzione, dallo scandalo dell’Ospedale generale di Vienna, con le mazzette versate dall’Spö, alle tangenti mega- e mini- intascate dall’Fpö in Carinzia, ai recenti episodi che vedono coinvolto l’Övp. Soltanto i Verdi finora potevano esibire le “mani pulite”. Ora forse non più.

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