Martedì 3 Dicembre 2024

Il Comune di Graz rischia la bancarotta. I programmi di spesa per il 2023 e per il 2024 non quadrano e potrebbero presto svuotare le casse dell’amministrazione locale, che così non sarebbe più nemmeno in grado di pagare i dipendenti. Lo dice la Corte dei conti, cui spetta appunto il compito di verificare i “conti” delle amministrazioni locali. La Corte lo ha fatto in un documento di due pagine, su cui appare il timbro “riservato”. Ma, forse proprio perché “riservato”, copia del testo è subito pervenuta anche agli organi di informazione. Se le cose dovessero mettersi davvero male, il Land dovrebbe nominare un commissario straordinario, al posto degli amministratori attuali, il consiglio comunale verrebbe subito sciolto e si andrebbe a nuove elezioni.

La cosa è rilevante, perché Graz è la seconda città più grande dell’Austria (dopo Vienna) e perché è la prima e unica città guidata da una sindaca comunista, Elke Kahr. La lista del Kpö (il Partito comunista austriaco) era risultata la più votata alle elezioni del settembre dello scorso anno. Le consultazioni erano durate fino a novembre e avevano portato a un accordo di coalizione con i verdi (Grünen) e con i socialdemocratici (Spö).

La responsabilità dello squilibrio finanziario denunciato dalla Corte dei conti va tutta alla componente del Kpö, perché è comunista anche l’assessore al bilancio Manfred Eber. Il documento contabile era stato votato dal consiglio comunale nel giugno scorso. Subito dopo la Corte dei conti aveva mosso i suoi rilievi, esortando il Comune a porvi rimedio, perché altrimenti già nei prossimi mesi sarebbe venuta meno la liquidità non solo per le spese correnti, ma anche per l’ammortamento dei mutui pregressi.

I provvedimenti correttivi si sarebbero dovuti prendere al massimo entro ottobre. Invece non è stato fatto nulla. Eber ha ammesso che la situazione finanziaria non sarebbe rosea, osservando però che il problema riguarderebbe un po’ tutte le amministrazioni comunali, a causa dei rincari degli ultimi mesi. E, come spesso fanno molti amministratori pubblici, ha chiamato in causa “quelli di prima”, da cui avrebbe ereditato una situazione finanziaria disastrata.

“Quelli di prima” erano i componenti della giunta a guida Övp, che aveva governato Graz fino all’autunno dello scorso anno. Attribuzione di responsabilità subito respinta da Günter Riegler, assessore alle finanze della precedente amministrazione ed esponente del Partito popolare. Riegler da mesi aveva messo in guardia la giunta Kahr per la gestione sconclusionata dei conti pubblici, ma era rimasto inascoltato. Interpellato dalla “Kleine Zeitung”, Riegler ha ammesso che “i tempi sarebbero difficili”, ma il modo di affrontarli sarebbe “semplicemente balordo”.

A sostegno dell’assessore Eber si è schierata invece la vicesindaca Judith Schwentner, esponente dei Verdi, che ha diffuso una nota scritta. “La città – vi si legge – si è dovuta confrontare con una montagna di debiti lasciati in eredità dalla coalizione nero-blu (la precedente giunta formata da Övp ed Fpö, nda). Il debito pro capite è cresciuto sotto quella coalizione di 1.232 euro, salendo da 3.561 euro a 4.793 euro nel 2021. A ciò si è aggiunta la situazione globale di crisi: guerra, costi dell’energia, inflazione ecc. Questa è effettivamente una grande sfida”.

Schwentner ed Eber hanno in parte ragione. Il Comune non si è indebitato nei pochi mesi della nuova amministrazione a guida comunista. La finanza allegra degli amministratori dura da una ventina d’anni e aveva fatto meritare già da tempo a Graz il titolo di “capitale del debito”. La responsabilità maggiore è imputabile all’amministrazione precedente, che aveva portato l’indebitamento a 1,6 miliardi. La responsabilità dei nuovi amministratori è solo quella di non aver saputo porvi rimedio.

NELLA FOTO, l’assessore alle finanze del Comune di Graz, Manfred Eber, con la sindaca Elke Kahr, entrambi del Partito comunista (Kpö).

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