Domenica 2 Giugno 2024

17.06.18 Oberdrauburg, cartello sentiero TrögerwandAnche il sindaco di Oberdrauburg, Stefan Brandstätter (Övp), è finito nelle maglie della Giustizia. Non per peculato e nemmeno per corruzione o abuso di potere, come capita talvolta agli amministratori pubblici, ma per omicidio colposo: gli viene imputata la morte di un escursionista tedesco di 58 anni, che nel luglio 2016 era precipitato per cento metri in un dirupo lungo il sentiero che dal paese sale alle grotte di Trögerwand.

Il percorso non richiede doti alpinistiche, è di quelli che si definiscono “adatti per famiglie”. Soltanto in alcuni tratti il sentiero è un po’ esposto e per facilitare il passaggio è stesa una corda, a cui ci si può aggrappare, per sentirsi più sicuri. È ciò che ha fatto probabilmente anche l’escursionista tedesco. Per sua sfortuna, però, la corda non ha tenuto e l’uomo è caduto nella scarpata. Era giunto fin lì in compagnia della moglie e di due amici sudtirolesi, che avevano dato subito l’allarme. All’arrivo dei soccorritori, però, l’escursionista era ormai deceduto.

Fatalità? Imprudenza? Responsabilità di terzi? In casi del genere la Procura di Stato avvia un’inchiesta, che dopo un anno ha portato alla denuncia per omicidio colposo del sindaco. Dalle indagini condotte dalla polizia, con l’assistenza di due periti nominati dal Tribunale (un medico legale e una guida alpina), era emerso che la vittima, al momento del recupero, stringeva ancora in una mano un capo della corda che avrebbe dovuto proteggerlo nel tratto più insidioso del sentiero. Segno evidente che l’uomo si era aggrappato alla corda e questa si era spezzata.

Di chi la responsabilità? Dell’Alpenverein (il Club alpino austriaco) che cura la manutenzione dei sentieri? Dell’Ufficio turistico di zona? Del Comune? La Procura di Stato ha optato, per il momento, per il Comune, nella persona del suo sindaco. Una decisione che ha fatto molto discutere, perché è chiaro che un primo cittadino non è in grado di rispondere per tutto ciò che accade nel suo territorio.

Il sentiero del Trögerwand esiste da sempre. Le tabelle che lo indicano portano l’intestazione dell’”Österreichischer Touristenclub” (un’associazione turistica alternativa all’Alpenverein), ma non è detto che la corda che ha tradito l’escursionista tedesco fosse stata posta da questo sodalizio. A parte questo dettaglio, quante volte va controllato un itinerario, con le sue strutture (cavi di ancoraggio, passerelle, barriere), per poterlo dichiarare sicuro? Basta una settimana di maltempo, una piccola frana, un fulmine, una slavina per rendere pericoloso un percorso normalmente facile. E in tal caso chi deve provvedere?

È una domanda che si stanno ponendo i responsabili dell’Alpenverein. “In Carinzia abbiano tra 8.000 e 10.000 chilometri di sentieri – dice il presidente del sodalizio, Joachim Greifner – Quelli alle quote più elevate, per circa 4.000 chilometri, sono tenuti in efficienza da noi. Degli altri si occupano i singoli Comuni”. Il lavoro viene svolto gratuitamente da volontari. Ma chi vorrà continuare a farlo, se corre il rischio di dover rispondere penalmente per eventuali incidenti?

La prima risposta è venuta già dal sindaco Brandstätter, che ha dichiarato chiuso a tempo indeterminato il sentiero del Trögerwand. Se la denuncia della Procura avrà un seguito c’è il rischio che nessuno voglia più occuparsi dei sentieri. Qualcosa del genere è già avvenuta qualche anno fa nel Vorarlberg, dove un’escursionista (anche questa volta tedesca) aveva sporto denuncia e chiesto i danni, perché la spalletta di un ponticello in legno non aveva retto. La conseguenza era stata che la sezione dell’Alpenverein della zona aveva rimosso tutte le spallette di tutti i ponti e le passerelle di sua competenza, per non doverne rispondere. Se gli escursionisti sono diventati così litigiosi e pronti a por mano alla carta bollata, che si arrangino!

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