Sabato 18 Maggio 2024

IMG_6862 - CopiaLa settimana che si è appena conclusa ha visto l’Austria sotto accusa, per la decisione presa di ripristinare i controlli di polizia ai valichi con la Slovenia e con l’Italia (forse in aprile, ma non ne siamo ancora molto sicuri) e di porre un tetto all’accoglienza di profughi, sia di quelli diretti in Germania e in altri Paesi del Nord Europa, sia di quelli intenzionati a chiedere asilo sul territorio austriaco. Voci di rimprovero sono giunte da vari leader europei, tra cui il nostro primo ministro Renzi, e persino dal presidente della commissione europea Junker. Al coro si è aggiunta gran parte della stampa italiana. Anche ieri mattina ci è capitato di ascoltare un commentatore televisivo accusare l’Austria di xenofobia e di violazione dei diritti dell’uomo, perché “non si può negare l’accoglienza a chi fugge da guerre e violenze”. Qualcuno è andato addirittura a rispolverare il passato nazista degli austriaci.

È probabile che la decisione di non accogliere più di 80 richiedenti asilo al giorno e più di 3200 migranti in viaggio verso la Germania violi in qualche modo la Convenzione sui diritti dell’uomo, che pure l’Austria ha firmato (anche se ci pare ovvia l’obiezione che l’Austria è circondata su ogni lato da Paesi democratici e che i profughi arrivano da uno di essi e non piovono dal cielo). Quel che ci sorprende, tuttavia, è l’indignazione che ha accompagnato le accuse e che non ci pare di aver colto nei confronti di altri Paesi europei.

Probabilmente agli osservatori italiani manca il senso delle proporzioni o addirittura mancano le informazioni di base che consentono il calcolo di quelle proporzioni. Chi legge questo blog le conosce già, ma oggi ci pare opportuno richiamarle alla memoria.

Nel 2015 l’Austria ha accolto oltre 700 mila profughi provenienti dalla rotta dei Balcani, che poi hanno proseguito il viaggio verso la Germania, ma a cui pure, per alcuni giorni, ha fornito vitto e alloggio, assistenza sanitaria e trasporti (tre treni speciali al giorno dal confine sloveno a quello tedesco e un centinaio di pullman). Gratis. Oltre 90.000 migranti, inoltre, hanno scelto di restare in Austria, dove hanno presentato domanda di asilo.

Per capire le dimensioni del fenomeno, è come se in Italia fossero sbarcati in un anno 5 milioni di profughi e 700.000 di essi avessero chiesto asilo. Sembra che il Friuli Venezia Giulia ospiti più profughi delle altre regioni italiane, in rapporto alla popolazione. E pur tuttavia il loro numero è pari soltanto a un terzo di quelli presenti attualmente in Carinzia, un Land che però non è grande come il Friuli Venezia Giulia, ma come la sola provincia di Udine.

Allargando l’orizzonte all’intera Europa, possiamo constatare che l’Austria, in rapporto alla sua popolazione di 8,5 milioni di abitanti, è il Paese che ha aperto le sue porte al maggior numero di profughi, seconda soltanto alla Svezia. Se anche gli altri Paesi dell’Ue avessero fatto come lei, l’Europa potrebbe offrire rifugio ogni anno a 2 milioni di profughi.

Ma gli altri Paesi d’Europa non hanno fatto come lei. Alcuni hanno fatto meno di lei, altri non hanno fatto nulla. Eppure proprio questi Paesi che hanno fatto poco o nulla ora puntano il dito d’accusa contro l’Austria. Non è un atteggiamento nuovo. Basti ricordare le sanzioni che dovette subire l’Austria 16 anni fa, alla nascita di un governo di centro-destra, sanzioni che non vennero poi inflitte ad altri Paesi europei, che pure avevano attuato o stanno attuando politiche autoritarie e liberticide.

L’Europa che ora rimprovera all’Austria la violazione dei diritti dell’uomo ricorda il lupo della favola di Esopo, che rimproverava all’agnello di sporcargli l’acqua del ruscello a cui si stava abbeverando.

 

NELLA FOTO, volontari della Croce Rossa in servizio a Spielfeld, per offrire ai profughi generi di conforto.

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