Domenica 2 Giugno 2024

10.06.17 Hans Dichand 726_170610Era un genio del giornalismo l’Hans Dichand, morto giovedì all’età di 89 anni in un ospedale di Vienna. L’ultimo colpo alla concorrenza lo ha inferto poco prima di andarsene, facendosi ricoverare in ospedale sotto falso nome e riuscendo così a nascondere la sua imminente dipartita. Che è stata perciò una sorpresa per tutti.

Con Hans Dichand esce di scena uno dei protagonisti del giornalismo austriaco degli ultimi 65 anni, sempre sulla breccia fino a 15 giorni fa, quando ha firmato il suo ultimo pezzo sulla “Kronen Zeitung”, giornale leader per copie vendute e numero di lettori, da lui fondato e diretto ininterrottamente dal 1959. La “Kronen” è per l’Austria ciò che la “Bild Zeitung” è per la Germania. Ma più della “Bild” è un giornale popolare presente capillarmente sull’intero territorio austriaco. I dati di diffusione potrebbero far morire d’invidia qualsiasi editore europeo: 600 mila copie vendute al giorno con 2,9 milioni di lettori. Sarebbero moltissimi in Italia, sono un’enormità in un Paese piccolo come l’Austria, con 8,3 milioni di abitanti (compresi vecchi, neonati e immigrati che non sanno leggere il tedesco). Un Paese dove la “Kronen” occupa il 40,4% del mercato della carta stampata e dove l’informazione televisiva si riduce a quella molto limitata offerta dall’Orf. La “Kleine Zeitung”, secondo giornale austriaco per tiratura (diffuso peraltro soltanto in Carinzia e Stiria) vende un terzo delle copie della “Kronen”. Tutti gli altri vendono meno di 100 mila copie, alcuni meno di 50.

In questo scenario la “Kronen” era un impero e “Onkel Hans” (lo “zio Hans”) il suo zar. La scelta dei vocaboli non è casuale. Abbiamo usato l’imperfetto “era”, perché nessuno sa che cosa accadrà ora del giornale, il cui successo era strettamente legato alla figura del suo padre-padrone. Abbiamo definito Dichand “zar”, perché nel suo impero e al di fuori del suo impero era un despota assoluto. Perfettamente consapevole del potere che gli derivava dal mezzo di cui disponeva, Dichand ha spregiudicatamente condizionato per alcuni decenni la politica austriaca.

Non è sceso direttamente in campo, come Berlusconi, ma ne è stato in un certo qual modo il burattinaio. Amava definire il suo luogo di lavoro “l’anticamera del potere”. Era il suo ufficio al 16. piano dell’enorme palazzo della “Kronen”, lungo il Donaukanal, la meta obbligata di pellegrinaggio di ogni leader politico che volesse assicurarsi la sua benevolenza. Non averlo contro era già una mezza salvezza. Inimicarselo avrebbe significato la fine. A elezione avvenuta, era consuetudine che gli eletti – tutti, esclusi i Verdi – si recassero all’hotel Bristol, dove lui teneva salotto, a ringraziarlo per il favore concesso. Lo ha fatto il cancelliere in carica Werner Faymann. Non lo aveva fatto, e questo è per lui un titolo di onore, il suo predecessore Wolfgang Schüssel.

Che cosa chiedeva in cambio? Dichand non aveva bisogno di favori. Ai suoi beneficiati chiedeva di fare la politica indicata dalla “Kronen”, ovvero da lui, una politica ispirata al populismo puro. Temi prediletti: antieuropeismo, criminalizzazione degli immigrati, patriottismo alla Waldheim, legge e ordine, in alcuni tempi persino antisemitismo e razzismo. Non importa se, talvolta, nell’isteria populista il quotidiano cadeva in clamorose contraddizioni: a favore dell’ingresso nell’Ue prima, contro l’Ue dopo; sostenitore di Haider negli anni ’90, nemico di Haider dopo la formazione del suo governo di centrodestra; a favore del tunnel ferroviario del Semmering nell’edizione stiriana del giornale, contrario in quella della Bassa Austria. Contraddizioni anche su altri piani: la “Kronen” è l’unico quotidiano in Austria a pubblicare ogni giorno (sempre a pagina 7) la foto di una ragazza nuda; nella Settimana santa quella foto scompare, sostituita da riflessioni sulla morte e resurrezione di Cristo.

Ma non ci si deve stupire troppo. Le contraddizioni, in fin dei conti, sono insite nella natura umana e forse lo “zio Hans” ha avuto l’intelligenza – o l’astuzia – di sapersene servire.

Nella foto, Hans Dichand, direttore-editore della potente “Kronen Zeitung”.

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