Domani si vota a Vienna e mai come questa volta il risultato appare prevedibile. L’Spö (Partito socialdemocratico), da sempre maggioritario, uscirà rafforzato e anche i Verdi, suoi alleati nel governo della città, vedranno un significativo consolidamento delle loro posizioni, mentre l’estrema destra sovranista registrerà un crollo. Ma il risultato più rilevante sarà quello dell’Övp (Partito popolare), che raddoppierà i propri voti e i propri seggi, pur rimanendo ancora ben distanziato dai socialdemocratici, due volte più forti elettoralmente.
Naturalmente si tratta soltanto di previsioni, che tuttavia appaiono molto attendibili, perché confermate con minime variazioni da tutti i sondaggi effettuati nell’ultimo mese (10 sondaggi da parte di cinque istituti demoscopici diversi). L’ultimo rilevamento è di Ogm; risale al 4 ottobre e dà questi risultati: Spö al 42% (+2,4), Verdi al 17% (+5,2), Övp al 19% (+9,8), Neos al 6% (-0,1), Fpö al 10% (-20,8), Lista Strache al 4%.
Abbiamo lasciato per ultime le due liste di estrema destra, ovvero quella del partito nazionalista Fpö e quella creata apposta per poter candidare Heinz-Christian Strache, cacciato dall’Fpö dopo il doppio scandalo del video di Ibiza (in cui prometteva appalti a una presunta miliardaria russa in cambio di tangenti) e delle esorbitanti spese personali a carico del partito e dello Stato.
Come si vede chiaramente, la cacciata di Strache non è bastata a recuperare la fiducia degli elettori. L’Fpö è stato abbandonato da due terzi di quelli che nel 2015 gli avevano dato il voto e una parte molto modesta ha virato verso Strache, che però, con il 4%, non riuscirà ad entrare in consiglio comunale (la soglia è del 5%).
I voti persi dall’Fpö sono stati recuperati in gran parte dall’Övp, che sotto la guida di Sebastian Kurz ha fatto propri alcuni dei cavalli di battaglia dell’estrema destra, quali la lotta all’immigrazione e un larvato euroscetticismo. Sono entrambi temi molto sentiti, ma non come nel resto dell’Austria. Vienna è diversa, è una città europea, multiculturale, solidale. Se domani il risultati del sondaggio saranno confermati, il sogno di Kurz di conquistare la capitale, sottraendola all’egemonia socialdemocratica, andrà infranta. Con il 19% non si fa nulla in una città dove l’Spö ha il 42%.
Un’osservazione sui Verdi. Avevano il 5,2% e saliranno forse al 17%. Non è un passo da poco. È soprattutto un passo che rafforza le probabilità di vederli di nuovo nella prossima giunta assieme all’Spö, anche se il sindaco uscente (e di certo rientrante) Michael Ludwig, nell’ultimo confronto televisivo con tutti i concorrenti, ha dichiarato di essere aperto a ogni soluzione. Ma si tratta semplicemente di tattica.
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Domani i seggi si apriranno alle 7 e si chiuderanno alle 17. Di solito già a quell’ora si conoscono i risultati degli exit-poll, che quasi sempre sono confermati dal conteggio delle schede. Questa volta però c’è molta incertezza. Non tanto per le misure anti-Covid che sono state prese e che forse rallenteranno le operazioni di voto, quanto perché mai questa volta tanti elettori hanno scelto il voto per posta: hanno ritirato, cioè, in anticipo la scheda dagli uffici elettorali e l’hanno già rispedita per posta, per evitare di recarsi ai seggi e di esporsi al rischio di contagio
Hanno scelto questo metodo tutti i candidati capilista dei vari partiti, meno quello dell’Spö, Ludwig, che ha annunciato che domani si recherà al suo seggio alle 9.30, a beneficio dei fotografi. Gli elettori che hanno preferito, invece, la spedizione postale sono oltre 382 mila, quasi il doppio rispetto alle elezioni del 2015. Rappresentano un terzo dell’elettorato (gli aventi diritto sono 1.133.010) e, poiché lo spoglio delle loro schede comincerà soltanto lunedì, potrebbero modificare anche sensibilmente i risultati provvisori della domenica. Per conoscere quindi l’esito delle elezioni si dovrà probabilmente attendere fino a lunedì o forse martedì.
Qualcuno si chiederà perché lo spoglio dei voti postali non sia svolto già alla domenica. Non è possibile, perché alcune buste con la scheda potrebbero essere ancora in viaggio. Chi ha ritirato la scheda per il voto postale, ma ha tardato a spedirla oltre il tempo massimo, potrà comunque presentarsi a votare a uno qualsiasi dei seggi, portando con sé la busta che avrebbe dovuto spedire.
Era accaduto così anche nel 2016, per le elezioni del presidente della Repubblica. Ricordate? Alcuni seggi avevano registrato un’affluenza del 130% e qualche giornale complottista italiano – da Libero a Il Giornale – avevano parlato subito di brogli per favorire il candidato di sinistra. In realtà erano i seggi centrali delle varie circoscrizioni, dove erano confluiti i voti postali consegnati a mano, che avevano fatto aumentare il numero dei votanti. Situazioni del genere potrebbero ripetersi domani.
NELLA FOTO, Heinz-Christian Strache con il suo braccio destro, Karl Baron, nel Viktor Adler Markt di Vienna, dove ha tenuto il comizio di chiusura della sua campagna elettorale.
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