Sabato 18 Maggio 2024

16.02.27 Adozione di coppie omosessualiIn Austria il problema della “stepchild adoption”, nella forma di cui si discute in Italia, non è stato ancora posto. Ma è stato posto – e risolto – il problema dell’adozione di un figlio da parte di una coppia omosessuale, non consentita fino allo scorso anno. Dal 1. gennaio, infatti, il divieto è stato rimosso e ora quindi anche le coppie omosessuali possono chiedere di adottare un bambino.

È curioso notare come questa modifica legislativa del diritto di famiglia sia stata adottata senza che davanti alla porta del Parlamento vi fosse una ressa di coppie gay o lesbiche ansiose di assumere il ruolo di genitori adottivi. A quasi due mesi dall’entrata in vigore della legge, infatti, risulta depositata una sola richiesta di adozione: in Carinzia.

Probabilmente una ragione di così scarso interesse c’è: in Austria i bambini adottabili non sono molti e le liste d’attesa per i potenziali genitori sono lunghe. Insomma, il contesto disincentiva le adozioni, sia da parte di genitori omosessuali che da parte di genitori eterosessuali.

La coppia carinziana che si è fatta avanti sarà la prima in Austria a collaudare la riforma legislativa. La “candidatura” è confermata da Christine Gaschler-Andreasch, vicedirigente dell’Ufficio affari sociali, gioventù e famiglia del Land. Si astiene però dal pronosticarne il successo. Il procedimento per l’affidamento in adozione di un piccolo dura mediamente da 4 a 5 anni e “in tutto questo tempo gli aspiranti genitori possono spesso orientarsi diversamente”.

I candidati carinziani, nel frattempo, dovranno frequentare un corso di preparazione all’adozione. Tra i criteri che vengono presi in esame contano in primo luogo un reddito sicuro e l’esistenza di una rete di rapporti parentali, che all’emergenza possa aver cura dell’adottato. Conta molto, naturalmente, anche la personalità dei futuri genitori adottivi. Nel corso preparatorio, inoltre, alle coppie viene chiaramente illustrata l’eventualità di possibili problemi di salute dell’adottando (perché nato, per esempio, da madre alcolizzata). Si vuole, insomma, che una scelta così importante sia pienamente consapevole.

Gaschler-Andreasch non crede che la situazione cambierà di molto in futuro e che si farà avanti un maggior numero di coppie omosessuali desiderose di adottare un bambino. Questo, non perché vi sia una discriminazione nei loro confronti, ma perché vi sono pochi bambini adottabili anche da parte di coppie eterosessuali. A Vienna, per esempio, nel 2015 a fronte di 40 domande di adozione presentate, vi erano soltanto 17 bambini adottabili. La lista di attesa è ancora più lunga nel Salisburghese, talché molte coppie finiscono per rinunciarvi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.

Pur con le difficoltà segnalate, a Vienna attualmente vi sono una coppia gay e una coppia lesbo, nonché una terza coppia lesbo proveniente dalla Bassa Austria, che frequentano i corsi di preparazione all’adozione, pur non avendone fatto ancora richiesta. Se fino allo scorso anno l’adozione non era consentita alla coppie omosessuali, era tuttavia consentito loro da vent’anni di prendere in affidamento dei minori.

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