Linz, terza città dell’Austria, è da ieri senza sindaco. Klaus Luger (nella foto), che ricopriva quella carica da 11 anni, si è dimesso, dopo che il quotidiano locale “Oberösterrreich Nachrichten” aveva svelato i retroscena del cosiddetto “Brucknerhaus Affäre”. Uno scandalo che ha sconvolto la vita politica di Linz e che non poteva rimanere senza conseguenze a poco più di un mese dalle elezioni politiche. Luger è socialdemocratico e non voleva abbandonare la poltrona di sindaco, ma lo ha costretto a farlo il segretario del suo partito, Andreas Babler, che da Vienna gli ha rivolto un videomessaggio, per dirgli che “nel suo Partito socialdemocratico non c’è posto per un comportamento simile”.
Di quale comportamento si tratta? Cominciamo con il dire che la Brucknerhaus di Linz è una delle più importanti sale da concerto dell’Austria, intitolata al compositore Anton Bruckner, di cui quest’anno si festeggia il bicentenario della nascita. La sua gestione e soprattutto i suoi programmi musicali competono a un intendente, il cui compenso corrisponde all’importanza del ruolo svolto.
Fino al 2016 svolgeva questo ruolo Hans-Joachim Frey, ma il suo mandato sta per scadere. I candidati alla successione sono tanti e tra questi figura Dietmar Kerschbaum, 54 anni, nato a Güssing (Burgenland) e grande amico del sindaco Luger che, guarda caso, è anche presidente del consiglio di sorveglianza della Liva (Linzer Veranstaltungsgesellschaft), società del Comune cui compete, tra l’altro, la gestione della Brucknerhaus.
Quel che abbiamo scritto fin qui lascia intuire il seguito. Kerschbaum desidera quel posto di intendente e chiede a Luger di farglielo avere. Luger non sa dire di no all’amico. Da aprile 2016 in poi i due si accordano sull’assegnazione dell’incarico, mesi prima che il posto sia vacante. Lo si apprende dalle chat che i due si sono scambiati, dalle quali si evince anche lo stretto rapporto che li lega, tanto da darsi del tu.
La chat più importante – che, come le altre, in seguito diventeranno pubbliche – porta la data del 9 febbraio 2017. Sta per riunirsi la commissione che dovrà scegliere il nuovo intendente e allegato a quella chat Luger fa avere all’amico l’elenco completo delle domande che i commissari gli rivolgeranno, quando sarà il suo turno di colloquio. Da presidente del consiglio di sorveglianza della Liva, il sindaco è costantemente informato sul procedimento di scelta del futuro responsabile della Brucknerhaus e conosce le domande preparate dalla commissione. Le cose vanno come i due avevano concordato. In dicembre Dietmar Kerschbaum è nominato nuovo intendente, con 7 voti a favore, 4 contrari e un’astensione.
Tutto procede senza intoppi per sei anni. Ormai la selezione “pilotata” dell’intendente sembra acqua passata, quando i membri del consiglio di sorveglianza ricevono una mail anonima che li informa che il concorso per la nomina dell’intendente della Brucknerhaus era truccato: Kerschbaum aveva vinto, perché conosceva in anticipo le domande. Benché anonima, la mail viene presa molto sul serio, perché l’autore dimostra di conoscere nei dettagli il procedimento con cui era stato scelto Kerschbaum.
In marzo di quest’anno il sindaco Luger convoca una conferenza stampa nella sede storica del municipio. Comunica ai giornalisti che “al momento non ci sono indizi sull’individuo che avrebbe passato il catalogo delle domande al candidato Kerschbaum”. E poi, con una faccia di bronzo che non ha precedenti, ammonisce lo sconosciuto responsabile del trucco (che in realtà è proprio lui, Luger), che quando sarà identificato “potrebbero esserci per lui conseguenze penali”. Nel frattempo Kerschbaum è sospeso dall’incarico e non molto tempo dopo licenziato.
In questo agosto – cioè pochi giorni fa – accade ciò che era accaduto anche al cancelliere Sebastian Kurz: le chat tra Luger e Kerschbaum diventano pubbliche. Ne riferisce la Oberösterreich Nachrichten. Ormai tutti sanno che Luger ha favorito l’amico, anticipandogli le domande, per consentirgli di fare bella figura davanti ai commissari. E sanno anche che nella conferenza stampa di marzo aveva spudoratamente mentito, quando aveva promesso di trovare il responsabile del trucco, ben sapendo che il responsabile era proprio lui.
A questo punto la vicenda assume risvolti penali e politici. Il Partito socialdemocratico di Linz fa quadrato attorno al suo sindaco e non c’è da stupirsi: in tanti anni di gestione dell’Spö cittadino Luger si era circondato da pretoriani pronti a difenderlo, anche perché dalla sua caduta sarebbe dipesa la loro caduta. Simul stabunt, simul cadent. Ma le elezioni sono all’orizzonte e da Vienna arriva l’ordine del segretario Babler di farsi da parte. Linz, così, rimane senza sindaco e andrà a nuove elezioni in autunno. Nel frattempo le funzioni di sindaco saranno esercitate dalla vice Karin Hörzing.
Interessante notare che la Procura di Stato non ha ancora aperto un fascicolo sul caso, che configura varie ipotesi di reato. Ma lo farà necessariamente, perché la notitia criminis è da giorni sulle pagine di tutti i giornali austriaci e l’autorità giudiziaria non potrà non tenerne conto. Nel frattempo la politica ha provveduto da sola a fare pulizia in casa, mandando in pensione il sindaco mentitore (a proposito, il nome Luger fa pensare al verbo “lügen”, che vuol dire appunto “mentire”). Esattamente il contrario di ciò che accade in Italia, dove i partiti assistono inerti alle malefatte dei propri esponenti, senza farli dimettere, per cui deve intervenire la magistratura, costretta a svolgere un ruolo di supplenza non suo.
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