Sabato 18 Maggio 2024

07.10.08 02 Presentazione La rana cinese di Illy a Klagenfurt; Jörg Haider e Ricardo IllyChe cos’hanno o che cosa avevano in comune Haider e Berlusconi? Tante cose, ma oggi è una in particolare che balza all’occhio: entrambi consideravano (l’imperfetto è dovuto al fatto che nel frattempo Jörg Haider è passato a miglior vita) la libera stampa un intralcio.

Ieri tutti o quasi tutti i giornali hanno riportato le dichiarazioni rilasciate da Berlusconi durante il viaggio in America e l’esortazione da lui rivolta agli italiani a “scioperare” contro la stampa, non comprando più i giornali, perché, a suo dire, non racconterebbero la verità. Non entriamo nel merito dell’opinione espressa dal presidente del consiglio: lo hanno fatto ampiamente ieri i giornali e i programmi televisivi di informazione e ogni lettore ha il diritto di pensarla come vuole.

In questo blog dedicato all’Austria ci preme soltanto rilevare le analogie, quando ci sono, con il mondo politico d’oltre confine: in questo caso le analogie tra il comportamento di Silvio Berlusconi e quello tenuto da Haider, quand’era in vita e governava la Carinzia.

Anche il leader populista non tollerava le critiche della stampa al suo operato. Un sua teoria era che gli organi di informazione, in quanto sovvenzionati con fondi pubblici (la legislazione austriaca prevede un sostegno all’informazione stampata in forma di contributi agli editori secondo criteri di imparzialità), non potessero dir male di chi eroga quei fondi. Per la verità, Haider applicava la stessa teoria a tutti i settori dell’intervento pubblico, a cominciare da quello artistico. Una istituzione culturale, una compagnia teatrale, un complesso musicale che esprimesse critiche alla politica del Land si vedeva immediatamente tagliare i contributi. Haider usava dire che “non si può sputare nel piatto da cui si mangia”: una forma abbastanza brutale per far capire che chi voleva il suo aiuto doveva manifestargli riconoscenza o per lo meno tacere, come se Haider i soldi li avesse presi dalla sua tasca e non venissero invece dai contribuenti.

Anche i giornalisti, secondo Haider, non avrebbero dovuto sputare nel piatto da cui mangiavano, non avrebbero dovuto cioè pubblicare cose sgradite al governo regionale che aveva finanziato il loro editore. Solo che quei finanziamenti non potevano essere tagliati arbitrariamente, per ripicca contro una cronaca politica non addomesticata.

Ecco che allora anche Haider, come Berlusconi, era ricorso alla minaccia del boicotaggio: aveva esortato i cittadini-elettori carinziani a non comprare più la “Kleine Zeitung”, il quotidiano più diffuso in Carinzia, reo di raccontare una realtà che al Landeshauptmann non piaceva. Lo aveva fatto ben due volte, in anni diversi, quando il conflitto con il quotidiano aveva assunto toni incandescenti.

Considerando che in Carinzia Haider aveva il voto da un elettore su due, c’era da attendersi un crollo nelle vendite del quotidiano. Invece non è accaduto nulla, ma proprio nulla. Perché evidentemente anche chi stimava Haider, al punto di votarlo, non per questo era disposto a portare il cervello all’ammasso, rinunciando a sapere come stessero le cose. E la “Kleine Zeitung” è un giornale provinciale, fatto di cronache locali, come il “Messaggero Veneto” e “Il Piccolo”, ma ha un pregio che è fondamentale per un organo di informazione: la credibilità.

Per questo l’esortazione di Haider a boicottare il quotidiano carinziano era caduta nel vuoto. Due volte. Come sicuramente cadrà nel vuoto l’esortazione di Berlusconi agli italiani a scioperare contro la stampa. Anche in questo Berlusconi ha molto in comune con Haider.

Nella foto, Jörg Haider con l’ex presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy.

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