Quanto vale Hypo Group Alpe Adria? La risposta la si è saputa ieri mattina, quando la holding bancaria è stata nazionalizzata per soli 3 euro, come i “tre soldi” del biglietto d’ingresso all’”Opera” di Brecht. E, come nell’opera brechtiana, anche la vicenda Hypo Bank ha presentato risvolti drammatici, che hanno raggiunto la massima tensione nell’ultima, estenuante trattativa tra i soci (Bayern Lb 67,1%, Grawe 20,5%, Land Carinzia 12,4%) e i “salvatori”, trattativa durata ininterrottamente 17 ore e conclusasi positivamente alle 7.30 di ieri mattina. Se si fosse ritardato di mezz’ora, fino all’apertura degli sportelli bancari, il Finanzmarktaufsicht (organo di vigilanza sulle banche) avrebbe chiesto il fallimento del gruppo.
Di fronte al deficit 2009 di 1,7 miliardi (ma ogni giorno che passa la voragine si allarga e già si parla di 1,8 miliardi) e alla necessità di ricapitalizzare Hypo Group per 1,5 miliardi, e di fronte all’indisponibilità o impossibilità dei soci di mettere a disposizione tale somma, l’intervento pubblico è apparso inevitabile. C’era l’esigenza di salvare una banca, considerata in Austria “di sistema” (un suo crollo avrebbe avuto un effetto domino su altri istituti, circostanza rilevata anche dal governatore della Bce Jean-Claude Trichet, in una telefonata al ministro delle finanze), c’era l’esigenza di tutelare i clienti (130.000 soltanto in Austria, 45.000 in Italia). C’era anche un problema di natura istituzionale: il Land Carinzia, un tempo proprietario unico di Hypo Bank, era ancora garante fino a 18 miliardi per eventuali sofferenze dell’istituto e un crollo di questo lo avrebbe trascinato con sé.
La fase finale della trattativa è durata 17 ore perché il governo federale, rappresentato dal ministro delle finanze Josef Pröll, non era disposto a pagare semplicemente il conto a pie’ di lista. Già lo scorso anno lo Stato aveva messo a disposizione di Hypo Group 900 milioni di euro (in una forma simile ai Tremonti bond). E ora era disponibile a intervenire, pretendendo però il concorso di tutte le parti.
Non si conoscono i termini del braccio di ferro durato così a lungo. Se ne conoscono però i risultati. Bayern Lb, Grawe e Land Carinzia hanno rinunciato alla loro quota di partecipazione alla holding in favore dello Stato, ricevendo in cambio un euro simbolico ciascuno. Per la ricapitalizzazione di 1,5 miliardi, il governo austriaco verserà subito 450 milioni, mentre il resto lo metteranno gli ex soci, felici di farlo, pur di liberarsi dall’incubo Hypo Bank: 825 milioni la Bayern Lb, 200 il Land Carinzia e 30 la Grawe. Per far fronte, inoltre, ai problemi immediati di liquidità, gli ex soci metteranno temporaneamente a disposizione di Hypo Group 3,4 miliardi (Bayern Lb 3,075 miliardi, Carinzia 227, Grawe 100 milioni), mentre altri 500 milioni saranno prestati da un gruppo di grandi banche austriache.
Tutto bene quel che finisce bene? Presto per dirlo. Hypo Group è salvo, ma dovrà essere urgentemente sottoposto a una cura da cavallo, con abbandono di alcuni mercati nei Balcani e un ridimensionamento del personale da 7.500 a 4.400 addetti. Nonostante il quadro poco allegro, ieri il governatore della Carinzia Gerhard Dörfler ha definito un “Riesenerfolg”, un enorme successo, la conclusione della vicenda. Per un Land che ha perso anche l’ultima quota della sua banca e per giunta dovrà scucire altri 200 milioni, e che ciononostante parla di “enorme successo”, l’”opera da tre soldi” rischia di ridursi a un’”operetta da tre soldi”.
Nella foto in alto, l’insegna della sede centrale di Klagenfurt di Hypo Group Alpe Adria. Al centro, il ministro delle finanze Josef Pröll. In basso, gli esponenti del governo carinziano Harald Dobernig, Gerhard Dörfler e Josef Martinz: per loro la perdita della banca è stata un “enorme successo”.