Il Comune di Klagenfurt è in stato di emergenza. Da anni le uscite sono superiori alle entrate, al punto che al 31 dicembre 2024 il suo debito complessivo era salito a 112 milioni. Ma il problema non è l’indebitamento in sé, quanto la liquidità. Non ci sono soldi in cassa e, se non si corre subito ai ripari, in settembre il Comune non sarà più in grado di pagare lo stipendio ai dipendenti (135 milioni, su un bilancio di 486 milioni) e ai fornitori e prestatori d’opera. Il sindaco Christian Scheider (un tempo uomo di Jörg Haider nell’Fpö, oggi in politica con una lista che porta il suo nome) dovrà necessariamente presentare in Tribunale istanza di insolvenza, per non dover rispondere personalmente lui stesso dei debiti del Comune.
Stato di insolvenza equivale, sostanzialmente, a fallimento. L’ipotesi appare a molti pura fantasia, ma si è già verificata in passato. Negli anni ’30 del secolo scorso, nel pieno della crisi dell’economia mondiale, molti Comuni austriaci fallirono e furono costretti a pianificare un risanamento, con il rimborso dei loro debiti in 40-50 anni. Un caso fra tutti, che in Austria si ricorda: il Comune di Schwaz, in Tirolo, dichiarato fallito nel 1930, ha pagato l’ultima rata del suo debito nel 1982. Potrebbe accadere di nuovo, perché il Land, che ha a sua volta gravi problemi finanziari, non è tenuto a intervenire in soccorso.
Per evitare che ciò avvenga, si sta facendo di tutto, ricorrendo anche a soluzioni per così dire “creative”. L’obiettivo, ovviamente, è quello di ridurre le spese. Ed ecco allora che i consiglieri del Comune capoluogo della Carinzia stanno pensando di cedere parte del loro territorio. Meno superficie da amministrare, meno spese. Il Comune di Klagenfurt è così, come lo conosciamo oggi, dal 1973. Nel corso dei secoli il suo territorio si è ingrandito, inglobando campagne e villaggi circostanti. L’ultimo ampliamento era avvenuto appunto nel 1973, quando erano state incorporate le aree di Viktring e Hörtendorf, fino ad allora Comuni autonomi.
Ora sti sta immaginando un processo inverso. Klagenfurt, per esempio, potrebbe rinunciare alla baia orientale del Wörthersee, cedendola al Comune contiguo di Krumpendorf. Poi ci sono a nord i quartieri di Annabichl e di Fesching (dove si trovano il cimitero centrale e l’aeroporto), che andrebbero a St. Veit an der Glan. Anche le zone meridionali della città potrebbero essere cedute a chi se le vorrà prendere, per esempio a Ebenthal, Köttmannsdorf o Maria Rain.
Quanto si risparmierebbe non è chiaro e non è nemmeno chiara quale sia l’attuale situazione finanziaria del Comune. Proprio nei giorni scorsi l’assessora alle Finanze, Constace Mohar (Spö) ha inviato una mail ai capigruppo dei sei partiti presenti nel consiglio comunale, con l’invito a un incontro per discutere i dati del bilancio di previsione per il 2025, che non è ancora stato approvato. Nella stessa mail Mohar raccomanda ai suoi interlocutori il massimo riserbo, in particolare con la stampa, perché “ciò potrebbe avere rilevanti conseguenze per la città e i dipendenti comunali”, aggiungendo che “la città di Klagenfurt e i suoi abitanti non meritano una tale situazione”.
Insomma, non conosciamo la situazione attuale delle finanze comunali, ma disponiamo dei dati di febbraio, quando furono chiusi i conti del 2024. Il bilancio dell’anno precedente si era chiuso con un passivo di 12,6 milioni che, con l’aggiunta degli interessi e dei rimborsi del debito, saliva a 19,2 milioni. Sommato ai disavanzi degli anni precedenti, l’indebitamento complessivo era salito a 112 milioni.
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