Lunedì 7 Ottobre 2024

19.11.04 Werner Kogler (Verdi)Che cos’hanno in comune i popolari austriaci (Övp) e i Verdi (Grünen)? Assai poco. Su politiche ambientali, immigrazione, servizi sociali e previdenziali, scuola la pensano in maniera diversa, talvolta in maniera diametralmente diversa. E ciononostante, a poco più di un mese dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento, un governo Övp-Verdi è visto con favore da quasi un austriaco su due.

Questo atteggiamento è difficile da spiegare. Forse dipende dal fatto che gli austriaci hanno un brutto ricordo della “Grosse Koalition”, ovvero dell’alleanza tra popolari e socialdemocratici (Spö), le cui ultime edizioni erano state paralizzate da veti reciproci. Forse dipende dal fatto che l’Fpö, “socio” dell’Övp nell’ultimo governo, è stato travolto dallo scandalo del video di Ibiza e soprattutto dalle prebende da favola percepite dal suo ex leader. O forse semplicemente perché una coalizione con i Verdi sa di nuovo e suscita migliori aspettative, anche perché – è questo il ragionamento un po’ epidermico che molti elettori fanno – peggio di prima non può andare.

Ad alimentare questo orientamento dell’elettorato austriaco contribuisce anche l’andamento delle consultazioni. Come è noto, il Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, ha conferito l’incarico di formare il governo a Sebastian Kurz, leader politico dell’Övp, che è risultato il partito di gran lunga più votato. E Kurz si è trovato e si trova nella condizione privilegiata (e raramente presentatasi in passato) di potersi alleare con chi vuole. Può formare la maggioranza con uno qualsiasi degli altri tre partiti di medie dimensioni presenti in Parlamento (soltanto con la Neos, che ha pochi seggi, dovrebbe ricorrere a una coalizione a tre).

Ebbene Kurz ha annunciato di non avere preclusioni e di voler sentire tutte le forze politiche, per poi fare la scelta migliore. Ha avviato così dei “Sondierungsgespräche” (dei sondaggi) con ciascuno degli interlocutori, per tastare il terreno e poi decidere con quali di essi avviare vere e proprie trattative (“Verhandlungsgespräche”) per concordare un programma di governo.

Dopo più di un mese siamo ancora alla fase dei sondaggi e alcuni dei suoi interlocutori hanno incominciato a spazientirsi, avendo l’impressione che Kurz meni il can per l’aia per prendere tempo e non fare una scelta prima delle elezioni regionali nel Land Stiria, che si terranno il 24 novembre. L’alleanza a livello di governo con uno o con l’altro partito potrebbe far perdere consensi in quella consultazione.

La conseguenza è che sia l’Spö che la Neos hanno dichiarato di non essere più disponibili per ulteriori sondaggi. Quello che era da sondare è stato sondato e ora, se Kurz è d’accordo, sono pronti soltanto a discutere su un programma di governo. Anche l’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, ha detto basta ai sondaggi, ma per altri motivi: la crisi provocata dall’espulsione di Heinz-Christian Strache, che era stato il suo leader per 14 anni consecutivi, lo costringerà a occuparsi a medio termine dei problemi interni di leadership e ciò non gli consentirebbe di assumere responsabilità di governo.

Restano soltanto i Verdi, che non sembrano affatto spazientiti e non hanno mai abbandonato il tavolo dei sondaggi con il cancelliere incaricato. Non escludiamo che proprio l’essere rimasti gli unici a proseguire il dialogo con l’Övp, che si traduce anche in una maggiore presenza mediatica, abbia influito sull’atteggiamento degli austriaci, come risulta da alcuni sondaggi appena svolti.

Quello forse più interessante è dell’istituto Ogm, pubblicato ieri dal “Kurier”. Da esso risulta che oltre il 42% degli intervistati vorrebbe un governo Övp-Verdi; il 26% preferirebbe un governo Övp-Fpö e solo il 19% una coalizione Övp-Spö.

Gli intervistatori dell’Ogm hanno fatto rilevare al loro campione le divergenze esistenti tra popolari e verdi, chiedendo come dovrebbero essere ricomposte. Il 57% ha risposto che in materia di immigrazione i Verdi dovrebbero rivedere le loro posizioni (confini chiusi, anziché politiche di accoglienza); in materia ambientale, invece, la stessa percentuale ritiene che dovrebbe cedere l’Övp. Le valutazioni sono invece abbastanza equilibrate in materia di economia e finanza (l’Övp è paladino del rigore di bilancio, mentre i Verdi preferirebbero anche indebitarsi per interventi in campo sociale).

Il favore nei confronti dei Verdi è ancora più accentuato in un sondaggio dell’istituto Market, che risale però al 21 ottobre. In quell’occasione l’82% degli intervistati si augurava che l’Övp facesse parte del nuovo governo (più che un augurio, è una necessità, perché con l’attuale distribuzione dei parlamentari non è possibile alcuna coalizione senza l’Övp) e il 63% voleva che ci fossero anche i Verdi. Il 54% era contro l’ingresso al governo dell’Spö e addirittura il 68% contro quella dell’Fpö.

 

NELLA FOTO, Werner Kogler, l’uomo che ha permesso la “resurrezione” dei Verdi, dopo il disastro alle penultime elezioni, e che ora partecipa con pazienza agli infiniti “sondaggi” con il Partito popolare.

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