Le dame in abito lungo, i cavalieri di rigore in frac con farfallino bianco. È il dress code del Ballo dell’Opera di Vienna, il più importante nella lunga stagione dei balli nella capitale austriaca. Vi partecipano sempre il presidente della Repubblica con il governo al completo e tutti quelli che contano, con ospiti (a volte Capi di Stato o di governo) che arrivano da tutto il mondo.
Il protocollo è sempre lo stresso. Prevede in apertura il ballo delle debuttanti: 180 ragazze in abito bianco con coroncina di Swarowski nei capelli (le cosiddette “Jungdamen”) e 180 ragazzi in frac (il cosiddetto “Herrenkomitee”), che fanno ingresso nella grande sala dell’Opera di Stato sulle note di una Polonaise di Chopin.
Ma quest’anno agli oltre 5.000 ospiti del ballo sarà riservata una sorpresa. Una delle coppie del ballo non sarà formata, come è sempre stato, da una dama e da un cavaliere, ma da due dame. Due ragazze tedesche, che hanno chiesto di poter ballare insieme.
Il tema dell’omosessualità farà dunque il suo prepotente ingresso in quello che è non soltanto il tempio della musica, ma anche della tradizione austriaca. Sono conciliabili le due cose? Pare di sì. Il comitato che organizza il ballo e che fa capo a Maria Grossbauer (moglie del primo violino e fino al 2017 presidente dei Philharmoniker) non ha battuto ciglio di fronte a una simile richiesta. Basta che la coppia sappia ballare perfettamente il valzer viennese con giro a sinistra, come richiesto per tutte le debuttanti. E basta che la ragazza che svolgerà il ruolo di cavaliere indossi il frac nero: anche l’occhio vuole la sua parte e una coppia interamente biancovestita stonerebbe in una sala dove il bianco e il nero volteggiano insieme nel valzer di Strauss che, come sempre, dà il via alle danze.
“Io trovo assolutamente giusto – ha commentato Grossbauer – che una coppia di ragazze partecipi al ballo. In fondo esse rispettano il requisito più importante che è quello di saper ballare bene il valzer”. L’organizzatrice del Ballo dell’Opera non è affatto turbata dalle reazioni che il pubblico potrà avere di fronte a quella che sembra una provocazione.
E, in effetti, è proprio una provocazione. Perché le due aspiranti debuttanti non sono affatto omosessuali. Si sono proposte di ballare in coppia per combattere l’omofobia e rivendicare i diritti delle coppie omosessuali. Se l’eco del loro gesto servirà allo scopo lo si vedrà la sera del 20 febbraio, quando la sala dell’Opera di Stato di Vienna, grondante di fiori, accenderà le sue luci sul “ballo dei balli”.
NELLA FOTO, la coroncina di cristalli Swarowski appositamente progettata per le debuttanti di quest’anno dal designer francese Christian Lacroix. A sinistra, l’organizzatrice Maria Grossbauer; a destra, il direttore del Teatro dell’opera di Vienna, Dominique Meyer, che dal 1. marzo sarà sovrintendente del Teatro alla Scala. Ogni coroncina è composta da 72 cristalli Swarowski.
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