Giovedì 12 Giugno 2025

Le elezioni del Parlamento del 29 settembre hanno dato luogo a una situazione senza precedenti nella storia dell’Austria repubblicana: c’è un partito che è uscito nettamente vincitore dalle urne, ma nessuno degli altri partiti intende allearsi con lui per formare una maggioranza di governo. Ma c’è un’altra situazione senza precedenti: il capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, dopo aver incontrato separatamente i leader di tutti i partiti eletti al Parlamento, ha deciso di non affidare a nessuno di essi l’incarico di formare il governo o quanto meno, com’è d’uso, un incarico esplorativo, per valutare meglio le possibilità di intesa tra le forze in campo.

La prassi è che il capo dello Stato affidi questo compito al partito più votato, in questo caso l’Fpö (estrema destra sovranista), salvo poi, in caso di insuccesso, percorrere altre strade. Questa volta, però, Van der Bellen ha deciso in modo diverso. Preso atto della volontà dell’Fpö di assumere la guida del costituendo governo, con Herbert Kickl cancelliere, e dell’indisponibilità di tutti gli altri a farlo, la soluzione alternativa per uscire dallo stallo sarebbe stata quella di congedare il vincitore e tentare una coalizione (a due o, meglio, a tre) tra i perdenti.

Ma prima di compiere questo passo Van der Bellen ha sorpreso tutti, rinunciando al ruolo che la Costituzione – così ci sembra – gli affida. Si è fatto da parte e ha detto ai tre partiti maggiori, Fpö, Övp (popolari) ed Spö (socialdemocratici): fate come se io non ci fossi, parlatene tra di voi e vediamo se siete capaci di trovare un’intesa. Avete tempo una settimana. Non ha coinvolto i partiti minori – Neos (liberali di centro) e Verdi – perché il loro peso nella formazione di una maggioranza, di cui pure potrebbero far parte, è ininfluente.

Il tempo dato dal presidente scade venerdì prossimo. A quella data, o nei giorni successivi, i leader dei tre partiti torneranno alla Hofburg per riferire. Tutto è possibile e nulla è escluso, ma appare improbabile che abbiano una soluzione in tasca. L’Spö, con il segretario Andreas Babler eletto lo scorso anno, ha riscoperto le radici di sinistra del suo partito e ha escluso di poter governare con l’Fpö di Kickl: sono due mondi diversi.

Potrebbe adattarsi a un’alleanza con l’Övp (non vi sono altre alternative), probabilmente allargata a uno dei partiti minori. L’Övp, a sua volta, non è contrario in assoluto a un’alleanza con l’Fpö, ma a una condizione che l’Fpö non potrebbe mai accettare: la rinuncia di Kickl al ruolo di cancelliere.

Stando così le cose, si può prevedere che venerdì si ritornerà al punto di partenza e che Van der Bellen dovrà prepararsi a tempi molto lunghi. Anche perché domenica si vota nel Vorarlberg e il 24 novembre in Stiria. Nessun partito vuole compiere scelte a livello nazionale che potrebbero influire sui voti regionali, in particolare su quello della Stiria, che è una dei Länder più importanti. In altre parole, per la nascita del nuovo governo si dovrà attendere fino ai giorni dell’Avvento.

NELLA VIGNETTA di Petar Pismestrovic, pubblicata dalla Kleine Zeitung, il segretario dell’Fpö, Herbert Kickl, negli abiti di una “one-man band”.

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