Sabato 14 Dicembre 2024

17.08.16 Engelbert Dolfuß, quadro nella sede del gruppo parlamentare OevpL’Austria si è liberata finalmente di uno degli ultimi scheletri del suo passato meno limpido. Il grande ritratto di Engelbert Dolfuß, appeso nelle sale del Parlamento riservate al gruppo del Partito popolare (Övp), è stato rimosso e depositato in un magazzino, in attesa di altra destinazione. Dolfuß era stato il cancelliere che nel marzo 1933 aveva determinato la svolta autoritaria della Prima Repubblica, istituendo una dittatura sul modello del fascismo italiano (definita perciò “austrofascismo”), abolendo le libertà costituzionali, sciogliendo i partiti, chiudendo il Parlamento e riorganizzando lo Stato su basi corporative.

Durante il suo regime finirono in carcere socialdemocratici e nazionalsocialisti (e questa comune prigionia è una delle ragioni per cui dopo la guerra tanti ex nazisti si riciclarono nel ricostituito Spö). Dolfuß tuttavia è ricordato soprattutto per il pugno di ferro con cui represse nel sangue la rivolta dei lavoratori del febbraio 1934, schierando contro di essi l’esercito con mitragliatrici e perfino armi pesanti. Fu assassinato nel luglio 1934, nella sede della cancelleria, durante un fallito colpo di stato organizzato non dai socialdemocratici, ma dai nazisti.

Che ci faceva il ritratto di un simile personaggio nelle stanze di un partito democratico come l’Övp, imparentato con la nostra Democrazia Cristiana di un tempo e membro nell’Ue del Partito popolare europeo? È come se nella sede della Dc, quando esisteva, ci fosse stato un quadro di Mussolini.

La risposta non è semplice e si spiega in parte con la difficoltà dell’Austria di elaborare il proprio passato. Come ci sono voluti decenni per fare i conti con la sua complicità con i crimini del nazismo, così l’Övp non era stato capace finora di prendere coscienza delle responsabilità storiche di Engelbert Dolfuß nell’avvento di una instabile dittatura, che aveva preparato il terreno al successivo Anschluss al Reich di Hitler.

L’Övp aveva lasciato calare un velo di silenzio su questi aspetti sgradevoli della biografia di Dolfuß, preferendo ricordarne la sua appartenenza al Partito sociale cristiano (da cui ha tratto origine il Partito popolare di oggi) e la sua opposizione al nazismo, pagata con la vita. Ne aveva fatto, insomma, un martire, anche se non propriamente un martire della libertà, visto che aveva messo in carcere tutti i suoi oppositori.

Non soltanto venerava la tela del suo vecchio leader, appesa a lato di una finestra (all’altro lato c‘era un crocifisso), ma ogni anno, nell’anniversario dell’assassinio, deponeva fiori sulla lastra di marmo rosso posta sul pavimento della cancelleria, nel punto esatto in cui Dolfuß era stato ucciso con colpi di arma da fuoco dai putschisti. Poi l’intero gruppo dell’Övp assisteva a una messa di suffragio nella cappella della cancelleria. L’omaggio floreale era stato annullato ormai da decenni, da quando i cancellieri non erano più dell’Övp, mentre la messa è stata abolita pochi anni fa, mentre era cancelliere il socialdemocratico Faymann, predecessore dell’attuale cancelliere Kern.

E ora se ne va anche il quadro del dittatore. Non perché vi sia stato un ripensamento dell’Övp, ma perché il palazzo del Parlamento è stato interamente sgomberato, per essere sottoposto a radicali lavori di risanamento. Sedie, tavoli, documenti, fotocopiatrici sono stati trasferiti nei container della Heldenplatz, che ospiteranno provvisoriamente i gruppi e gli uffici parlamentari. Quando è stato preso in mano il ritratto di Dolfuß la presidenza del partito ha preso la “storica” e non da tutti condivisa decisione di disfarsene.

Per cercare di accontentare un po’ tutti è stata trovata la soluzione del “prestito permanente” al nuovo museo di St. Pölten, capoluogo della Bassa Austria. Lì lo storico Stefan Karner sta allestendo una mostra sulla Prima Repubblica, vale a dire sugli anni molto turbolenti per l’Austria seguiti alla caduta dell’impero, fino all’Anschluss alla Germania. Si intitolerà “Repubblica contesa” e sarà inaugurata il 9 settembre. Sarà la sede adatta per il ritratto di Engelbert Dolfuß, non più oggetto di culto di nostalgici, ma spunto di riflessione sul ruolo da lui avuto nella recente storia austriaca.

 

NELLA FOTO, la parete della sede del gruppo parlamentare dell’Övp, su cui era appeso il ritratto di Engelbert Dolfuß.

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