Il governo austriaco ha messo sul piatto 38 miliardi, che serviranno a porre rimedio in parte ai danni causati all’economia e ai cittadini dal Coronavirus. L’obiettivo è far sì che le aziende sopravvivano allo tsunami causato dal virus e che nessuno perda il suo posto di lavoro. Trentotto miliardi sono una somma enorme per un Paese piccolo come l’Austria. È come se l’Italia stanziasse oltre 250 miliardi. Ma l’Austria non ha il debito pubblico del nostro Pese (74,0%, anziché 134,8% del Pil) e lo scorso anno ha chiuso il bilancio in pareggio. Ha quindi un margine di manovra molto più ampio del nostro, perché non si è comportato da cicala negli anni delle vacche grasse.
Il provvedimento è stato annunciato ieri, in una conferenza stampa congiunta del cancelliere Sebastian Kurz (Övp) e del vicecancelliere Werner Kogler (Verdi). Quattro miliardi erano già previsti dal primo pacchetto di aiuti stanziati per l’economia. Ieri ne sono stati aggiunti altri 34. Di questi, 9 serviranno per garanzie al credito, 15 per aiuti di emergenza alle aziende in difficoltà, 10 per sgravi fiscali.
“Vogliamo fare tutto il possibile – ha dichiarato il ministro delle Finanze, Gernot Blümel – per impedire una disoccupazione di massa. Adesso ciò che conta non è il bilancio, ma come poter salvare vite umane e come poter salvare posti di lavoro”.
Gli aiuti finanziari annunciati dal governo saranno messi a disposizione di tutte le aziende, dalle grandi a quelle formate da una sola persona. Il vicecancelliere Kogler ha precisato che sarà data la precedenza a quelle più colpite dalla crisi del Coronavirus. I settori da privilegiare saranno definiti nelle prossime settimane. “Senza dubbio – ha soggiunto Kogler – siamo in presenza della più grande crisi della Seconda Repubblica. Gli effetti saranno peggiori della crisi finanziaria del 2008. Per questo sono necessarie misure speciali per farvi fronte”.
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L’iniezione di soldi decisa dal governo è stata annunciata in un altro giorno drammatico per il diffondersi del Coronavirus. Un giorno nel quale molte aree del Paese sono state poste in quarantena e dalla mezzanotte anche l’intero Land Tirolo (dopo che il giorno prima un analogo provvedimento era stato preso per alcune aree del Vorarlberg che confinano con il Tirolo). Questo significa che nei due Länder e nelle altre zone poste in isolamento (una di queste, vicina a noi, è il comune di Heiligenblut, nell’Alta Carinzia) non si potrà più né uscire, né entrare, fino alla revoca del provvedimento.
Il contagio ha causato finora cinque decessi, due Vienna e tre in Stiria. Ma vi sono altri decessi a Melk, in Bassa Austria, e a Linz, in Alta Austria (in quest’ultimo caso si tratta di un giovane di 27 anni). Anche queste due vittime erano risultate positive al tampone, ma per ora non vengono conteggiate, perché soffrivano anche di altre gravi patologie.
Le persone contagiate fino a ieri (dato delle ore 15) risultavano essere 1646, così ripartite nei Länder: al primo posto il Tirolo (dalla scorsa mezzanotte in quarantena) con 382 contagi; seguono Alta Austria con 305, Bassa Austria con 256, Stiria con 220, Vienna con 209, Vorarlberg con 124, Salisburghese con 89, Carinzia con 41 e Burgenland con 20. Quasi 12.000 i tamponi effettuati.
NELLA FOTO, un posto di blocco di polizia ed esercito all’ingresso di una delle aree poste in quarantena.