Mercoledì 16 Luglio 2025

Il pericolo di una epidemia da Covid-19 si sta riaffacciando in Austria, con nuove varianti. Il Ministero della Salute ha già ordinato un milione di dosi di vaccino, che dovrebbero funzionare per entrambe le varianti finora individuate. I media italiani hanno dato notizia del provvedimento cautelare deciso dal governo austriaco, lasciando quasi intendere che l’Austria si trovi alla vigilia di una nuova pandemia, ma non è così.

I vaccini ordinati finora (esclusivamente al produttore Biontech-Pfizer) rientrano nelle misure precauzionali necessarie per far fronte ai nuovi casi che si ripresenteranno nei mesi invernali, come era già accaduto lo scorso anno. Rispetto ad allora, però, la novità è rappresentata dal fatto che i segnali di allarme quest’anno stanno arrivando in anticipo.

Sono in aumento le persone colpite dal virus e soprattutto è aumentata la presenza di feci infette nelle acque reflue monitorate dalle autorità sanitarie. Se nel luglio 2023 i frammenti genici “intercettati” erano meno di 20.000 per un litro d’acqua, attualmente sono quasi 160.000. L’analisi delle acque reflue in ingresso nei depuratori consente di monitorare la presenza del virus nella popolazione dell’area servita dall’impianto, in maniera anonima, non invasiva e poco costosa.

Il dato rilevato consente di sapere che quest’anno l’ondata da Covid-19 arriverà in anticipo. Sarebbe opportuno, quindi, por mano immediatamente alla scorta di vaccini (del milione ordinato, 62.000 sono già disponibili), invitando la popolazione sopra i 12 anni a riceverlo, in particolare le persone oltre i 60.

Rispetto al 2023 la situazione è meno favorevole. Quest’anno la minaccia arriva in anticipo da un lato perché in Austria la percentuale dei vaccinati è modesta, dall’altro perché l’efficacia del vaccino assunto nello scorso inverno si è molto ridotta, essendo trascorsi ormai oltre sei mesi. Lo scorso anno, invece, si era avuto un aumento del Covid già in primavera, con conseguenti vaccinazioni che avevano protetto la popolazione fino all’autunno inoltrato.

L’ideale sarebbe una campagna di vaccinazioni immediata, che tuttavia non si farà. A fine settembre si terranno le elezioni nazionali e nessun politico vuole parlare in questo periodo di vaccinazioni, per non esserne bruciato. L’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista, ha fatto sua la bandiera dei no-vax e grazie ad essa è al primo posto nei sondaggi. Se ne parlerà, quindi, solo da ottobre, quando ormai forse sarà già tardi.

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