Dal 15 giugno i confini con l’Austria potrebbero essere riaperti come prima dell’epidemia da Coronavirus. La notizia non ha trovato conferme ufficiali, ma i segnali in questa direzione si sono infittiti nel corso della giornata, al punto che nel pomeriggio di ieri quasi tutti i giornali e i siti web di informazione austriaci la davano per molto attendibile. Se così fosse, per l’Italia finirebbe la sgradevole esclusione a cui l’aveva sottoposta il governo austriaco, timoroso di aprire le porte di un Paese che presenta tassi di contagio ancora elevati, ancorché circoscritti alla Lombardia e a qualche regione contermine.
Da tempo Vienna aveva annunciato la libertà di transito senza controlli ai valichi con la Germania, la Svizzera e il Lichtenstein a partire da metà giugno. Negli ultimi giorni era emerso il proposito di fare altrettanto anche con la Cechia, la Slovacchia e l’Ungheria, mentre restava un punto di domanda nei confronti di Italia e Slovenia. Ieri la situazione dovrebbe essersi sbloccata, con la previsione di un “via libera” anche per l’Italia, subordinato tuttavia alla condizione che l’epidemia nel nostro Paese continui a presentare un’evoluzione favorevole.
Ricordiamo che in questo momento il confine con l’Austria non è chiuso ermeticamente. Ci sono limitazioni alle vie di accesso (alcuni valichi come quello di Monte Croce Carnico e di Pramollo sono permanentemente chiusi, altri lo sono nelle ore notturne, mentre il valico autostradale è aperto 24 ore su 24), ma chiunque può recarsi in Austria, se si sottopone a una quarantena di 14 giorni o se può esibire il certificato di un test negativo al Covid-19 non più vecchio di 4 giorni. Dal 15 giugno, se la notizia di ieri sarà confermata, non saranno necessari né quarantene, né certificati.
Ieri si è assistito a un rincorrersi di voci. L’agenzia Agi dava l’annuncio già alle 8.40, riprendendo la notizia dal quotidiano di Vienna “Österreich 24”. Questo, a sua volta, riferiva come fonte l’Ansa, il cui primo lancio, però, segnava l’ora delle 10.08. L’annuncio dell’Ansa veniva subito ripreso, ma con molta prudenza, da tutti i siti di informazione austriaci, finché alle 15.45 la “Tiroler Tageszeitung”, giornale di Innsbruck, era in grado di fornire una versione più attendibile, riportando la dichiarazione di un portavoce dell’Ue, a margine di una riunione della Commissione europea, che si era espressa per “un coordinamento tra gli Stati membri in tema di apertura dei confini”, rispettando il “principio di non discriminazione”.
Il riferimento era evidentemente alle riserve dell’Austria nei confronti dell’Italia. Ma il portavoce del ministero degli Esteri austriaco, Peter Guschelbauer, ha dichiarato ieri sera all’agenzia di stampa austriaca Apa di «non poter ancora confermare» l’apertura del confine con l’Italia a partire
dal 15 giugno. Una parola definiva in proposito la sentiremo soltanto oggi, nella conferenza già annunciata dal cancelliere Sebastian Kurz, che seguirà a una “tavola rotonda” (l’hanno chiamato proprio così), cui parteciperanno il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, quello degli Interni, Karl Nehammer, la ministra per l’Europa, Karoline Edtstadler, tutti dell’Övp, e il ministro della Salute, Rudolf Anschober (Verdi). L’apertura – completa o limitata ad alcune regioni italiane meno problematiche – verrà probabilmente decisa in quella sede.
Che cosa può aver indotto il governo di Vienna a cambiare atteggiamento nei nostri confronti? Possono aver contato le pressioni dall’Italia a livello diplomatico, ma anche talune iniziative, come la lettera degli operatori turistici di Jesolo al Capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, o le cartoline spedite dal Friuli Venezia Giulia al cancelliere Kurz.
È probabile però che la svolta sia venuta dopo la manifestazione di protesta che si è tenuta sabato al Brennero, con la partecipazione di tutti i partiti di opposizione del Tirolo e della Provincia di Bolzano (con esclusione dei socialdemocratici). Sono forze identificabili nell’area populista-sovranista presente al di qua e al di là del confine, che in questo momento sta cavalcando i malumori alimentati nelle due regioni confinanti dal blocco del valico.
Sabato al Brennero sono stati messi sotto accusa i governi regionali di Innsbruck e di Bolzano, entrambi retti dal Partito popolare, lo stesso di Kurz. Se Vienna il 15 giugno aprirà anche all’Italia – oggi lo sapremo con certezza – potrebbe averlo deciso proprio per fermare sul nascere questi movimenti sovranisti.
__________________
Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.