Mercoledì 11 Settembre 2024

Dopo oltre due mesi di incontri e scontri, sindacati e datori di lavoro hanno raggiunto un accordo sul contratto collettivo per il settore metalmeccanico, che riguarda in Austria 135.000 lavoratori. È un contratto importante, perché per consuetudine è quello che apre la stagione dei rinnovi (tra i più discussi in questo momento è quello del commercio). Ma è anche interessante, dal nostro punto di vista, perché ci consente un confronto nel settore metalmeccanico tra Austria e Italia.

Il punto più importante, ovviamente, riguarda l’aumento salariale, che è stato concordato all’8,6%, ovvero un punto sotto il tasso di inflazione (che in Austria è stato mediamente del 9,6%, più alto che in Italia e nel resto d’Europa). All’avvio delle trattative, il 25 settembre scorso, sindacato e industriali partivano da posizioni molto distanti. Questo spiega la durata e l’animosità del confronto.

L’accordo raggiunto prevede, dunque, un aumento medio dell’8,6%, con alcuni scaglioni a favore dei redditi più bassi. Per “redditi più bassi” si intendono quelli fino a 4.000 euro lordi mensili, per i quali l’aumento sarà del 10%. Per i redditi superiori l’aumento sarà gradualmente inferiore. Per esempio, per quelli intorno agli 8.000 euro lordi mensili sarà del 5,5%. In tutti i casi, non potrà superare i 400 euro al mese. Anche i rimborsi spese, le diarie, le spese di rappresentanza saranno aumentate dell’8,6%.

I contratti di lavoro in Austria vengono rinnovati di norma ogni anno. In questo caso si è optato per la prima volta per un contratto biennale, con decorrenza dal 1. novembre scorso. Non significa che le retribuzioni rimarranno bloccate per due anni, ma che nel 2024 si procederà a un adeguamento automatico, tenendo conto dell’indice di aumento dei prezzi al consumo, aumentato dell’1%.

C’è un punto del contratto che è rimasto ancora da definire. Si tratta della “Wettbewerbssicherungsklausel”, la “clausola di garanzia per la competitività”. Prevede che per le aziende che si trovino in una situazione particolarmente difficile l’aumento contrattuale venga ridotto al massimo di 3 punti percentuali. Non saranno tuttavia i datori di lavoro, a loro discrezione, ad applicare la clausola. Per evitare abusi, l’applicazione dovrà essere concordata caso per caso tra sindacato e associazione degli imprenditori, qualora si riscontri che la richiesta sia davvero fondata.

In tal caso l’aumento contrattuale sarà ridotto, come si è detto, ma i lavoratori comunque non ci rimetteranno, perché sarà previsto in compensazione un pagamento extra una tantum oppure un aumento dei giorni di ferie retribuite.

Soddisfatti del risultato naturalmente i rappresentanti dei sindacati, Reinhold Binder per gli operai e Karl Dürtscher per gli impiegati. Christian Knill, capodelegazione degli imprenditori metalmeccanici, è stato invece critico nei confronti del governo, per “gli irragionevoli aumenti delle pensioni e degli stipendi ai dipendenti pubblici”, che avrebbero aperto la strada anche al significativo aumento del settore metalmeccanico, rendendo più difficile la sua competitività sul mercato internazionale.

NELLA FOTO, i rappresentanti sindacali Karl Dürtscher (a sinistra) e Reinhold Binder, al termine della riunione conclusiva con gli industriali, in cui è stato firmato il nuovo contratto collettivo dei metalmeccanici.

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