Sabato 8 Novembre 2025

“Essere il figlio dell’oca bianca” è un detto romanesco che sta a indicare una persona privilegiata. A Roma si dice infatti “esse er fijo dell’oca bianca”. Chissà come questa espressione potrebbe essere riproposta in tedesco! Di certo la traduzione letterale non sarebbe sufficiente e, in ogni caso, non avrebbe il senso che noi le attribuiamo in Italia (ormai in tutta Italia e non solo a Roma).

Un’occasione per far comprendere il detto romanesco anche agli austriaci è offerta dalla recente incarcerazione/scarcerazione di Karl-Heinz Grasser, ex ministro delle Finanze dei governi Schüssel, condannato a 4 anni di reclusione, per aver intascato una maxitangente di 9,6 milioni di euro, nella vendita di 60.000 alloggi di edilizia pubblica residenziale. Grasser aveva messo piede nel carcere di Innsbruck il 2 giugno, ma già a fine luglio aveva beneficiato di un permesso di tre giorni, che aveva utilizzato per una breve vacanza con la moglie Fiona Swarovski sul Wörthersee, facendosi vedere a pranzo con famiglia e amici al Seebar Linde, un ristorante affacciato sul lago. In agosto, trascorso meno di un mese, nuova “licenza” per l’ex ministro.

Ne avevamo riferito in questo blog il 29 luglio e il 22 agosto, chiedendoci se tutto questo fosse normale. Il legale di Grasser ci aveva risposto che tutto questo era normale: la legge consente alle direzioni delle carceri di concedere brevi permessi ai detenuti, ma soltanto in determinate circostanze. Aveva ragione, la legge lo consente. Quindi, se è così normale, anche tutti gli altri detenuti hanno potuto beneficiarne nel corso degli anni?

Una domanda del genere era stata rivolta in un’interrogazione in agosto alla ministra della Giustizia, Anna Sporrer (Spö) dalla deputata dei Verdi Agnes-Sirkka Prammer. E ieri, trascorsi ormai tre mesi, la ministra ha risposto. In questo caso non si è trattato di lentezza, ma della necessità di effettuare ricerche nei registri delle carceri austriache, che hanno richiesto qualche tempo.

Sono stati esaminati 825 casi, paragonabili a quelli di Karl-Heinz Grasser: casi, cioè, di detenuti a pene detentive di 4 o più anni, che si erano presentati spontaneamente al carcere (e per i quali, pertanto, non sussisteva il pericolo di fuga). Anch’essi, come Grasser, avevano beneficiato di una o più licenze, ma, secondo il calcolo fatto dai funzionari del Ministero, mediamente dopo che erano trascorsi almeno 5 mesi di detenzione (pari al 37% della pena da scontare). Nei precedenti 5 anni risultava un solo caso di permesso rilasciato dopo i primi 2 mesi. La ministra Sporrer non ha fatto nomi, ma è evidente che il riferimento era a Grasser. Perché, se ce ne fossero stati altri, i casi sarebbero stati due.

Dunque Karl-Heinz Grasser può essere definito a pieno titolo “figlio dell’oca bianca” ed è ora che anche gli austriaci incomincino a conoscere questa definizione romanesca. E, soprattutto, si chiedano per quale ragione questo privilegio sia stato concesso a un ex ministro che, anziché servire lo Stato, lo aveva derubato non soltanto di una tangente milionaria, ma di decine, forse centinaia milioni che sarebbero stati incassati in più, se non avesse interferito nella gara d’asta per la vendita del patrimonio residenziale pubblico dello Stato austriaco.

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