Giovedì 14 Novembre 2024

Il tribunale penale di Klagenfurt ha condannato a 14 mesi di reclusione (13 dei quali sospesi con la condizionale) un ragazzo di 14 anni, accusato di stupro nei confronti di una bambina di 11. L’episodio risale al 15 gennaio. Noi ne avevamo riferito il 14 marzo, quando la Procura di Stato aveva reso pubblica la vicenda.

Quel giorno di metà gennaio il quattordicenne aveva convinto la bambina a seguirlo in un bosco, dove aveva costruito una capanna. La piccola si era fidata, perché, anche se non erano propriamente amici, si conoscevano e avevano una storia in comune: entrambi erano sfollati dall’Ucraina con le loro famiglie, trovando rifugio in una località della Carinzia centrale.

Giunti nella capanna, il ragazzo aveva legato la piccola connazionale con un cavo elettrico e l’aveva stuprata. Al martirio della bambina, che pare fosse durato alcune ore, aveva assistito un altro ragazzo, di 13 anni, lui pure ucraino. Ma non era intervenuto in difesa della vittima. Era impegnato a filmare la scena con il telefonino.

L’episodio, che lascia senza parole per l’età della bambina, ma anche dell’aggressore e del suo complice, è stato rievocato in Tribunale, dove lo stupratore si è presentato in camicia e cravatta, come capita spesso di vedere in situazioni del genere, per dare una buona impressione di sé. Il giudice lo ha condannato alla pena riferita all’inizio. In pratica, il ragazzo è stato rimesso subito in libertà, dato che l’unico mese di detenzione non sospeso condizionalmente lo aveva già scontato con l’arresto eseguito dopo la denuncia per lo stupro.

Il giudice ha giustificato la mitezza della pena con la giovane età dello stupratore, la mancanza di precedenti e la piena confessione rilasciata sul delitto da lui commesso. Il difensore non ha presentato ricorso e ha fatto lo stesso anche l’accusa, per cui la sentenza si deve considerare definitiva. Il quattordicenne ora è libero. Quale che sia il giudizio sulla sentenza, resta il fatto che lo stupratore vive nello stesso pase in cui vive la sua vittima, la quale d’ora in poi uscirà di casa con il terrore di poterlo incontrare per la strada.

NELLA FOTO, il palazzo di Giustizia di Klagenfurt.

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