In Austria c’è una novità in campo scolastico – una grande novità – che rischia di passare inosservata. Ieri abbiamo dato notizia della riapertura degli istituti, prevista quasi ovunque per il 14 settembre, come in Italia. Ma l’informazione non è completa, perché da quest’anno per 24.000 scolari l’anno scolastico è incominciato già ieri, con due settimane di anticipo. E, poiché queste due settimane “in più” cadono ancora nella stagione estiva e non sono comprese nell’anno scolastico ufficiale, è stato dato loro il nome di “Sommerschule”, ovvero di “scuola estiva”. Serviranno per colmare il vuoto lasciato dalla chiusura anticipata delle scuole in marzo e per dare lezioni di sostegno a quelli allievi, soprattutto di famiglie immigrate, che hanno difficoltà con la lingua tedesca.
In Italia ormai da anni in settembre vengono istituiti corsi di recupero per alunni con debiti formativi (alunni che in altri tempi avrebbero dovuto sostenere esami di riparazione). In Austria, invece, si tratta di una novità assoluta.
Il ministro Heinz Fassmann ne aveva dato l’annuncio già in giugno, ben sapendo quanto la sua idea potesse incontrare l’ostilità del corpo insegnante, costretto a rinunciare a due settimane di “vacanza”, ma anche degli studenti e delle loro famiglie. Per questo, nel definire nei dettagli il progetto della “Sommerschule”, aveva deciso di puntare sull’adesione volontaria: avrebbero fatto lezione gli insegnanti che si dichiaravano liberamente disponibili e anche la frequenza, benché consigliata, sarebbe stata facoltativa.
I risultati che vediamo oggi sono sorprendenti. Oltre il 70% degli alunni con deficit di conoscenza del tedesco hanno accolto l’invito e ieri si sono presentati a scuola. In Carinzia la partecipazione è stata del 77%, al pari del Burgenland, il Land più orientale dell’Austria. Il record è stato registrato nel Vorarlberg, il Land che si trova all’estremità opposta del Paese: addirittura l’86%. Sono quasi tutti ragazzi appartenenti a famiglie di recente immigrazione, la cui madrelingua non è il tedesco. È un segnale importante, perché dimostra una voglia di apprendimento e di integrazione che spesso non viene riconosciuta.
L’altro risultato sorprendente è l’adesione degli insegnanti. In 1500 si sono fatti avanti, un numero più che sufficiente per i 24.000 ragazzi che hanno bisogno di conoscere meglio la lingua tedesca.
L’epidemia da Covid-19 ha avuto tanti effetti collaterali negativi, soprattutto in campo economico, ma ne avuti anche alcuni positivi. Uno di questi è l’adesione di docenti e discenti alla “Sommerschule”, al di là di ogni aspettativa. Tanto che il ministro Fassmann sta pensando di ripetere l’iniziativa anche nei prossimi anni, ampliandola dal tedesco ad altre materie. E per farlo chiederà l’aiuto non soltanto degli insegnanti in servizio attivo, ma anche di studenti universitari che vogliano fare pratica nell’insegnamento e di docenti in pensione.
Prima del Covid-19 un’offerta scolastica del genere non esisteva ed era impensabile. Chi voleva rimediare alle deficienze scolastiche doveva prendere lezioni private, a pagamento. Quest’anno la scuola mette a disposizione gratuitamente ripetizioni di tedesco. E il ministro dichiara che è soltanto l’inizio.
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