Lunedì 24 Marzo 2025

Se non ci fosse stata quella fotografia, scattata alla stazione ferroviaria di Udine, che ha fatto il giro del mondo, nessuno in Austria si sarebbe accorto di quel traffico di mezzi militari, spediti via treno dall’Italia all’Ucraina. Come sappiamo, si era trattato di un convoglio che trasportava vecchi obici semoventi M109, non più usati dall’Esercito italiano, destinati alla resistenza ucraina. Il treno aveva fatto una breve sosta a Udine, per poi proseguire in direzione dell’Austria.

Quando le immagini sono apparse anche sui giornali austriaci, la reazione è stata immediata e quasi un riflesso condizionato dallo status di neutralità di quel Paese. Possono strumenti di guerra, destinati a un altro Paese in guerra, attraversare un territorio neutrale? E, se sì, chi ne ha dato l’autorizzazione e con quali motivazioni?

I giornali austriaci se ne sono subito occupati, interpellando tutte le fonti competenti. Nel mirino in primo luogo il Ministero della Difesa, che tuttavia ha dichiarato la propria incompetenza. In base alla legge, se ne sarebbe dovuto occupare solo se ad attraversare l’Austria fossero stati soldati con veicoli militari o velivoli militari. Trattandosi invece di un trasporto di sole armi, senza la presenza di militari, la competenza passava al Ministero degli Interni.

Toccava a questo secondo concedere l’autorizzazione? Il Ministero degli Interni ha risposto che ai suoi uffici non era pervenuta alcuna richiesta e che non era informato degli M109 in viaggio. In ogni caso, qualora le armi avessero soltanto attraversato l’Austria, partendo da un Paese dell’Ue e dirette a un altro Paese dell’Ue (è un caso abbastanza frequente, quando vi sono esercitazioni Nato, con partecipazione di unità militari di più Paesi), non vi sarebbe stata necessità di alcuna autorizzazione.

Alla fine è arrivata una quasi spiegazione anche dall’Ambasciata d’Italia a Vienna, nella quale si afferma che si era trattato di un trasporto di M109 dall’Italia alla Polonia. “Si tratta del trasporto di materiale di guerra che, secondo la legge austriaca in materia, all’art. 5, comma 2a, non necessita di alcuna autorizzazione. Per il trasferimento c’è un’autorizzazione di entrambi gli Stati, rispettivamente all’esportazione e all’importazione”.

Il riferimento alla necessità di autorizzazione per il proseguimento del viaggio verso Paesi terzi fa capire chiaramente che gli M109 non erano destinati alla Polonia, ma all’Ucraina.

NELLA FOTO, gli obici semoventi M109 caricati sui carri ferroviari in transito alla stazione di Udine.

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