Sabato 8 Novembre 2025

Nel campo dell’arte il Modernismo è inteso come una rottura fondamentale con la tradizione. Tuttavia, è finora passato inosservato il ruolo centrale svolto, soprattutto nella reinvenzione dell’arte intorno al 1900, dal ricorso deliberato al lontano passato del tardo Medioevo. Nella grande mostra allestita all’Albertina di Vienna “Gothic Modern. Munch, Beckmann, Kollwitz” si puntano i riflettori sullo sviluppo dal 1870 al 1920, anni in cui numerosi artisti come Edvard Munch, Vincent Van Gogh, Käthe Kollwitz, Max Beckmann e Otto Dix trassero consapevolmente ispirazione dall’arte espressiva di Holbein, Dürer, Cranach e Baldung Grien. L’incontro con l’estetica medievale suscitò forti emozioni e aprì nuove strade agli artisti per esplorare le questioni fondamentali dell’esistenza umana. La mostra dell’Albertina combina in modo unico i capolavori del Modernismo con quelli del XV e dell’inizio del XVI secolo.

Il Modernismo non solo segnò una rottura radicale con la tradizione accademica, che aveva dominato fino ad allora, ma fece sì che molti artisti rivolgessero la loro attenzione a un’epoca molto più antica: il Gotico. Nell’arte medievale trovarono soggetti, motivi e forme espressive che apparivano più in sintonia con la loro ricerca della verità che con le norme insegnate nelle accademie. Vedevano nelle opere gotiche un riflesso di ciò che li toccava nel profondo. Temi come l’amore e la sessualità, la morte e il lutto, la fede e il dubbio, così come l’esplorazione dei ruoli e delle identità sociali, erano già presenti nel Medioevo e rimasero centrali nell’arte moderna.

Wien Museum, Inventarnummer HMW 115160

“Gothic Modern” mostra come il ricorso a una forma d’arte precedente alla tradizione accademica avesse permesso un riorientamento creativo. Opere principali di artisti moderni tra il 1875 e il 1925 sono riunite e messe a confronto diretto con dipinti, stampe e sculture iconiche di antichi maestri. In una straordinaria giustapposizione di periodi artistici, il “gotico moderno” dimostra che il Modernismo non segnò una rottura con il passato, ma piuttosto che il deliberato riferimento all’arte del tardo Medioevo giocò un ruolo significativo nel suo sviluppo.

A differenza dell’anelito retrospettivo del Romanticismo o della visione antiquaria e ricostruttiva di quest’epoca di storicismo – prospettive che spesso servivano a una sicurezza politica e nazionale – l’attenzione ora era rivolta alla qualità estetica intrinseca dell’arte. Gli artisti moderni furono ispirati dal linguaggio visivo espressivo di un’arte percepita come grezza e pura. Sempre più spesso si sforzarono di visualizzare stati d’animo ed elaborare artisticamente le crisi esistenziali. Nelle raffigurazioni, per lo più religiose, trovarono emozioni profondamente umane come l’amore, la sofferenza e il dolore prefigurate in un modo che servì da punto di partenza per le loro opere. Altrettanto affascinanti erano le tecniche artistiche tradizionali come la xilografia e l’arte libraria, la creazione di vetrate e arazzi, che ora venivano riscoperte e integrate nella produzione artistica contemporanea.

Soprattutto nei paesi di lingua tedesca e del Nord Europa il ritorno all’estetica gotica divenne evidente nel mondo dell’arte contemporanea. In quanto importante centro d’arte moderna, Vienna intorno al 1900 fu anche un importante crogiolo per questi movimenti artistici innovativi e un fulcro chiave per la rete transnazionale di artisti. Ad esempio, Akseli Gallen-Kallela, Käthe Kollwitz ed Edvard Munch esposero alla Secessione viennese e avviarono un proficuo scambio con la scena artistica locale, mentre anche Max Beckmann e Helen Schjerfbeck cercarono ispirazione a Vienna.

La mostra dell’Albertina presenta circa 200 opere, che esplorano un periodo compreso tra il 1875 e il 1925, durante il quale numerosi artisti, come Paula Modersohn-Becker, Max Beckmann, Otto Dix, Vincent van Gogh, Gustav Klimt, Käthe Kollwitz, Edvard Munch, Egon Schiele e Helen Schjerfbeck, trassero consapevolmente ispirazione dall’arte espressiva di Holbein, Dürer, Cranach e Baldung Grien.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Galleria nazionale finlandese/Museo d’arte Ateneum di Helsinki e il Museo nazionale d’arte, architettura e design di Oslo. Potrà essere visitata all’albertina fino all’11 gennaio 2026.

NELLE FOTO, opere di tre esponenti di spicco del “Modernismo gotico”: Golgota di Edvard Munch, nudo maschile di Egon Schiele, testa di scheletro di Vincent van Gogh.

__________________________

AUSTRIA VICINA è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina

https://www.facebook.com/austriavicina