Probabilmente pochi sanno chi fosse “Luziwuzi”. È un nomignolo che vorrebbe essere affettuoso, mentre invece suona involontariamente comico. Fu soprannominato così Ludwig Viktor Joseph Anton von Habsburg-Lothringen, fratello più giovane dell’imperatore Francesco Giuseppe e figlio di Sophie di Baviera. Finora non sapevamo molto di Luziwuzi, mentre sapevamo molto dell’arciduchessa Sophie. Il suo nome ci era stato reso familiare – o era stato reso familiare a noi più anziani – dalla trilogia cinematografica di Romy Schneider, interprete di Sissi, sposa giovanissima di Franz Joseph.
Luziwuzi era venuto al mondo come sesto figlio di Sophie, dopo undici gravidanze, di cui sei conclusesi con un aborto e una sesta con un nato morto. A quei tempi andava così nelle famiglie dell’aristocrazia mitteleuropea, che pur godevano della migliore assistenza pre- e post-parto. Luziwuzi, alias Ludwig Viktor, era venuto al mondo apparentemente in buona salute.
Viene descritto come affascinante, intelligente, addirittura geniale, ma al tempo stesso eccentrico, cinico, intrigante, agitatore, rompiballe. Se dovessimo paragonarlo a una figura dei nostri tempi, ci viene in mente il principe Harry. Un carattere non proprio adatto per un membro della casa imperiale, tanto che Francesco Giuseppe e i familiari sorelle preferivano non averlo fra i piedi.
Fu probabilmente per questo che Luziwuzi condusse una vita al di fuori della corte, trasferendo la sua residenza nel palazzo della Schwarzenbergplatz, dove oggi c’è il Casino, organizzando e partecipando a party tumultuosi, talvolta accompagnati da scandali. In questi scandali un ruolo non secondario avrebbe avuto la sua omosessualità, ben nota alla Hofburg, ma su cui chiudeva un occhio perfino Francesco Giuseppe, purché non fosse manifesta. Insomma, una doppia morale che anticipa la dottrina “don’t ask, don’t tell” che sarebbe stata applicata nelle forze armate americane un secolo dopo.
Il meccanismo si inceppa quando, in uno di primi bagni pubblici di Vienna, Luziwuzi allunga le mani su un ragazzo. Al gesto indecente questi reagisce con un sonoro ceffone, che tutti i presenti notano. Per Ludwig Viktor è la fine. Viene cacciato da Vienna e bandito nel castello di Klessheim, alla periferia ovest di Salisburgo. All’”esilio” contribuisce non poco Francesco Ferdinando, che era stato criticato dal cugino per aver sposato Sofia Chotek von Chotkowa, considerata di rango nobiliare inadeguato per un principe ereditario (era soltanto una contessa). Ora Francesco Ferdinando può vendicarsi per l’affronto subito.
A Klessheim Luziwuzi conosce la sofferenza del totale isolamento. Anche l’imperatrice Sissi, un tempo sua amica, lo abbandona, perché il cognatino aveva rivelato episodi della sua complicata vita privata, che sarebbero dovuti rimanere segreti. Del fastoso Schloss Klessheim – oggi sede di mostre e di una scuola professionale alberghiera – occupa soltanto tre stanze. Nel 1915, quando la guerra è appena scoppiata e il suo “nemico” Francesco Ferdinando e la moglie sono già stati assassinati a Saraievo, Luziwuzi viene dichiarato insano di mente e sottoposto a tutela.
Muore nel 1919 di broncopolmonite. Non ha figli e lascia tutto ciò che possiede (la cosa più importante è una ricca collezione d’arte) al cugino Carlo, nel frattempo diventato imperatore. Carlo la mette subito in vendita, perché gli servono soldi.
La figura tormentata di Luziwuzi viene presto dimenticata e non ricompare quasi mai nell’immensa pubblicistica dedicata agli Asburgo, perché avrebbe nuociuto all’idealizzazione del vecchio imperatore. Viene riscoperta soltanto in anni recenti – senza che noi ce ne accorgessimo – dal movimento Lgbt, che ne fa un’icona, a causa del suo orientamento sessuale.
Appartiene a questo filone anche il musical “Luziwuzi. Ich bin der Kaiserin” (“Luziwuzi. Sono l’imperatrice”), attualmente in cartellone al Rabenhof Theater di Vienna, in Rabengasse (nel 3. distretto). Il titolo gioca sull’ambiguità sessuale del fratello di Francesco Giuseppe, di cui si rileva non solo l’omosessualità, ma anche le incertezze di genere.
Il personaggio di Luziwuzi è interpretato dal cantante Tom Neuwirth, per la prima volta anche nel ruolo di attore. Nessuno meglio di Neuwirth avrebbe potuto farlo, avendo sperimentato sulla propria pelle la condizione della doppia sessualità. Neuwirth è un attore maschio, non ci sono dubbi, ma fino a ieri si presentava al pubblico vestito da donna (pur con barba e baffi), con lo pseudonimo di Conchita Wurst. Qualcuno se ne ricorderà, perché nel 2014 si era aggiudicato l’European Song Contest a Copenaghen.
Lo spettacolo in cui interpreta Ludwig Viktor sarà ripetuto tre volte la prossima settimana, per poi essere riproposto altre otto volte nel gennaio del prossimo anno (l’ultima il 31 gennaio).
NELLE FOTO, Tom Neuwirth nei panni di Ludwig Viktor “Luziwuzi” e com’era nel ruolo di Conchita Wurst.
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