Venerdì 17 Gennaio 2025

Herbert Kickl (nella foto), leader dell’Fpö e incaricato dal Capo dello Stato di mettere in piedi un governo, dopo che sono passati ormai 100 giorni dalla data delle elezioni, non ha perso tempo. È ben vero che l’Fpö è il trionfatore delle elezioni di settembre, ma con il 28,8% (2,5 punti più dell’Övp) non si governa. Serve un socio o, come si usa dire, un junior partner.
Kickl lo ha individuato nell’Övp. O, per meglio dire, l’Övp si è “fatta individuare” da Kickl, allorché il nuovo segretario interinale, Christian Stocker, ha fatto sapere che nel suo partito non c’era più alcuna preclusione a un’alleanza. In altre parole, mentre tutti gli altri partiti sono rimasti sulle loro posizioni di indisponibilità a un’intesa con l’estrema destra, l’Övp, ora che l’ex segretario Karl Nehammer se n’è andato, ha cambiato improvvisamente idea.
Già detta così fa ridere, perché Stocker fino a ieri la pensava allo stesso modo di Nehammer e in campagna e elettorale e dopo non aveva risparmiato frecce avvelenate a Kickl. Ora, invece, siamo passati alla fase due, quella dello “scurdammoce ‘o ppassato”. È un gioco delle parti, ovviamente, perché non “simmo a Napule paisà”. Anche Kickl sta al gioco, quando afferma di voler “tendere la mano” all’Övp e al suo provvisorio segretario, Stocker appunto, cui lo lega “un interessante, comune passato”.
Ma l’atteggiamento non è affatto amichevole. Il segretario dell’Fpö sa di trattare da una posizione di forza, perché l’Övp è in calo di consensi e non ha soluzioni alternative. Cento giorni fa avrebbe avuto l’alternativa di un’”alleanza dei perdenti”, ma ora questa opzione non c’è più e deve sottostare ai “diktat” di Kickl. Prendere o lasciare.
Ovviamente “lasciare” significa andare a nuove elezioni, ma questo non è un problema per l’Fpö, che per tre mesi ha rivestito i panni del martire e che se si votasse domani otterrebbe 6 punti percentuali più di quelli avuti in settembre (gli ultimi sondaggi lo danno al 35,5%). “Lasciare” sarebbe un problema per l’Övp. Anzi, sarebbe una tragedia.
Ecco perché le parole di invito alla collaborazione pronunciate da Kickl risuonano minacciose. La sua mano è tesa all’Övp, ma non ci possono essere “giochetti, trucchi, sabotaggi, intrighi o politiche che hanno il solo scopo di mantenere il potere”. L’ultimo accenno sembra pensato apposta per l’Övp, sempre al governo da quasi 40 anni, con partner alterni di destra, di sinistra, di centro.
I popolari sono avvertiti. Le ragioni per accettare l’invito minaccioso del vincitore ci sono. Una è quella a cui abbiamo già fatto cenno: da nuove elezioni l’Övp uscirebbe fortemente ridimensionato. L’altra è meno evidente e deriva dalla natura dell’Fpö, che, come tutti i partiti populisti, è cresciuto stando all’opposizione.
Per i populisti non vale il detto di Giulio Andreotti che “il potere logora chi non ce l’ha”, ma il contrario. Quando sono al governo i loro fantasiosi progetti devono fare i conti con la realtà. Con il contesto politico europeo e mondiale, con fenomeni epocali come quello migratorio che non si fermano stendendo campi minati ai confini, soprattutto con i soldi che non ci sono e non si possono stampare. Per questo all’Övp conviene lasciare che l’Fpö governi.

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