Giovedì 12 Giugno 2025

È incominciato il rituale giro di consultazioni del presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, in vista della costituzione del nuovo governo. Qui si va per le spicce. Il capo dello Stato riceve soltanto i leader dei partiti eletti in Parlamento, per capire l’aria che tira e individuare il futuro cancelliere, in grado di raccogliere attorno a sé una stabile maggioranza.

Oggi è stato il turno di Herbert Kickl, segretario dell’Fpö, il partito dell’estrema destra sovranista. La prassi vuole, infatti, che ad aprire la serie dei colloqui sia il vincitore delle elezioni. La precedenza non era scontata. Van der Bellen vede Kickl come il fumo negli occhi e in passato non ha mai nascosto la sua contrarietà ad affidargli la guida del governo, in considerazione delle sue posizioni in politica internazionale, in particolare nei confronti dell’Europa e dell’Ucraina.

Va detto che Kickl questa ostilità del capo dello Stato se l’era ben meritata, avendolo definito “una mummia nella Hofburg” e avendolo canzonato per la sua senilità. Ma, lo sappiano bene, il leader dell’Fpö è fatto così. Lo è sempre stato, anche quando scriveva le battute per Jörg Haider.

Alexander Van der Bellen sarà forse “una mummia” e ha una rispettabile età, ma è soprattutto un uomo di Stato e pertanto ha rispettato la linea tracciata dai suoi predecessori, invitando per primo alla Hofburg il vincitore delle elezioni di domenica scorsa. Lunedì sarà la volta del segretario dell’Övp, Karl Nehammer, giunto secondo. Seguirà, nella stessa giornata, il colloquio con Andreas Babler, segretario del terzo partito, l’Spö. Gli ultimi due partiti – Neos e Verdi – saranno consultati martedì.

Il colloquio di oggi con Kickl è stato più lungo del previsto (un’ora e mezza). L’incontro è stato abbastanza cordiale, più di quanto ci si aspettasse, anche se non cordialissimo. Sui contenuti non è trapelato nulla, almeno finora. Van der Bellen ha il difficile compito di verificare se Kickl sia in grado di trovare alleati con cui governare e, qualora non li trovasse, di affidare ad altri (verosimilmente a Nehammer, secondo arrivato) l’incarico di formare una coalizione alternativa.

Dopo gli incontri di lunedì e martedì Van der Bellen avrà ben chiara la situazione. Finora nessuno dei partiti presenti in Parlamento si è dichiarato disponibile ad allearsi con l’Fpö, nemmeno l’Övp, che potrebbe farlo soltanto se Kickl facesse un passo indietro, rinunciando ad assumere il ruolo di cancelliere. Ma sappiamo già che Kickl non intende affatto “sacrificarsi”, preferendo piuttosto andare all’opposizione, nel ruolo di vittima.

Questo scenario è noto e verrà confermato anche a Van der Bellen, che tuttavia – non ne siamo certi, ma siamo pronti a scommetterci – affiderà comunque a Herbert Kickl un primo incarico esplorativo. A quale scopo, se è destinato a fallire? Le risposte sono almeno due. La prima è che il capo dello Stato vuole dimostrare che ha fatto tutto ciò che era in suo potere per consentire al partito uscito vincitore dal voto di domenica di tentare la formazione di un governo. Se non ci riuscirà, per l’indisponibilità degli altri partiti ad allearsi con l’estrema destra, non sarà stata colpa sua.

La seconda spiegazione, non detta, è che il 13 ottobre si svolgeranno le elezioni regionali nel Vorarlberg e il 24 novembre quelle in Stiria. Nessuno vuole che Kickl sia costretto a gettare la spugna prima di quelle due date e che possa presentarsi come “martire” agli elettori dei due Länder, facendo bottino di altri voti. Se il ragionamento è corretto, dobbiamo attenderci che il nuovo governo non nasca prima di dicembre e che fino a quella data si tirerà per le lunghe con incarichi esplorativi e sondaggi tra i partiti.

NELLA FOTO, l’incontro di oggi tra il capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, e il segretario dell’Fpö, Herbert Kickl. Il quadro alle loro spalle ci prova inequivocabilmente che la scena si è svolta nella sala “Maria Theresien” della Hofburg.

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