Lunedì 7 Ottobre 2024

20.02.21 Sebastian KurzGuai prendere sul serio i sondaggi politici in tempo di crisi. Salvo circostanze eccezionali, i partiti che governano e i loro esponenti ne escono sempre premiati. Perché nelle emergenze i cittadini-elettori hanno bisogno di sentirsi rassicurati da chi guida il Paese e al tempo stesso vogliono dare loro sostegno a chi li guida. Accade in Italia, con il presidente del consiglio Giuseppe Conte in testa a tutti i sondaggi. Accade anche in Austria, dove il Partito popolare (Övp) e i Verdi godono di consensi mai visti prima (i popolari, per la verità, erano su quei livelli fino agli anni ’80).

L’ultimo sondaggio effettuato da Market Institut per il quotidiano “Der Standard” attribuisce all’Övp il 43% dei consensi e ai Verdi il 19%. Ricordiamo che alle elezioni di settembre il risultato per i popolari era stato del 37,5% e per i Verdi del 13,9%. Evidentemente la presenza mediatica quotidiana del cancelliere Sebastian Kurz (nella foto) e del ministro della Salute Rudolf Anschober conta. Spesso compaiono anche il ministro degli Interni, Karl Nehammer (Övp), e il vicecancelliere, Werner Kogler (Verdi).

Ma è dovuto soprattutto a Kurz il successo di cui gode attualmente il suo partito e tutto il governo. In effetti il giovane cancelliere ha una capacità comunicativa, che manca agli altri. Nelle conferenze stampa che si susseguono ogni giorno tutti, in particolare Anschober, dimostrano competenza nelle cose che dicono. Ma Kurz ha una marcia in più, perché sa tradurre in un linguaggio chiaro temi anche complicati e ha un tono di voce rassicurante, senza mai apparire non consapevole della gravità della situazione.

A rimetterci sono i partiti di opposizione, in particolare l’Fpö, dell’estrema destra sovranista, che dal sondaggio esce con un misero 11%, addirittura al di sotto del risultato elettorale di settembre (16,2%) dove aveva scontato lo scandalo di Ibiza e delle spese esorbitanti in cui era rimasto coinvolto il suo leader (ora ex leader) Heinz-Christian Strache. Socialdemocratici e Neos, anch’essi all’opposizione, perdono, ma solo di qualche punto: l’Spö scende dal 21,2% al 19%; Neos dall’8,1% al 7%.

Werner Beutelmeyer, direttore di Market Institut, avverte che il sondaggio registra un atteggiamento momentaneo del campione intervistato, condizionato dalla presenza quotidiana in tv degli esponenti di governo e dalla fiducia nelle scelte fatte dal governo per affrontare la crisi (scelte che, tra l’altro, sembrano dare buoni risultati con molto anticipo rispetto all’Italia). Ma questo atteggiamento potrebbe cambiare nel giro di qualche settimana e soprattutto dopo una campagna elettorale (che in Austria, peraltro, non è imminente, dato che si voterà tra un paio di anni). Insomma, quando si andrà alle urne, il risultato potrebbe essere molto diverso.

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CORONAVIRUS CON IL SENNO DI PRIMA

L’8 febbraio – oggi, due mesi fa – i giornali di tutto il mondo riportano la notizia della morte di Li Wenliang, il medico cinese che per primo aveva segnalato il diffondersi del Coronavirus e la sua pericolosità. Per questo era stato sanzionato dal Partito comunista cinese e costretto a sottoscrivere l’impegno a non proseguire le sue ricerche. Il virus poi ha colpito anche lui e ora colleghi e studenti lo considerano un eroe.

La storia di Li Wenliang agli austriaci appare ancora lontana. Nessuno qui pensa seriamente che il Coronavirus possa raggiungere l’Europa. Ci si preoccupa invece degli aspetti economici, perché dalle fabbriche chiuse nella zona di Wuhan uscivano prodotti e componenti che servivano anche alle aziende austriache. Molte delle quali ora sono costrette a sospendere l’attività, perché il flusso dalla Cina si è fermato. È di questa minaccia economica, non ancora sanitaria, che si occupano oggi i giornali austriaci, sottolineando come in un’economia globalizzata ciò che succede in Cina può ripercuotersi nel resto del mondo. Qualcuno fa già il conto del danno che le imprese austriache stanno subendo. Nessuno ancora immagina il danno ben maggiore che arriverà tra un paio di settimane.

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