Sabato 8 Novembre 2025

Il male oscuro di cui soffre l’Austria si chiama inflazione, un’inflazione che continua a correre a livelli record. Si fanno varie ipotesi su quali potrebbero esserne le cause, ma non si ha la minima idea di come venirne fuori. Era al 4,1% in agosto, è scesa al 4,0% in settembre e in ottobre, secondo le stime anticipate in attesa dei dati definitivi, resterà al 4,0%. Quasi il doppio dell’inflazione nell’Eurozona (cioè tra i 20 Paesi che hanno adottato l’euro).

A livello europeo la tendenza dell’inflazione per il 2025 è al 2,2%, mentre in Italia è scesa all’1,2%. Tra i Paesi dell’Eurozona soltanto l’Estonia, la Lettonia e la Slovacchia hanno un tasso più alto (rispettivamente al 5,2%, al 4,1% e al 4,3%), mentre tra i Paesi dell’Unione che hanno mantenuto la loro valuta troviamo la Bulgaria al 5,6%, Cipro al -0,7%, Danimarca al 2,3%, Ungheria al 4,3%, Islanda al 4,3%, Polonia al 2,8%, Romania al 9,9%.

Il settore che in Austria trascina di più in alto è quello dei servizi. Qui i costi sono aumentati del 4,6% rispetto a un anno fa. I prezzi dei beni industriali, invece, sono scesi dall’1,4 all’1,3%. Alimentari, alcolici, tabacchi sono leggermente aumentati, dal 3,8 al 3,9%. Forti aumenti hanno subito i prezzi dell’energia, saliti in ottobre del 9,7%. I costi energetici, quindi, sono i fattori che maggiormente hanno contribuito ai rincari.

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