Giovedì 19 Settembre 2024

Sepp Forcher è stato una leggenda della tv austriaca. Era nato a Roma da genitori sudtirolesi, ma gran parte della sua vita, prima e dopo la guerra, l’aveva passata sui monti austriaci, seguendo il padre che era stato gestore di rifugi e diventando poi lui stesso gestore di rifugi nel Salisburghese. Nel 1976 aveva fatto ingresso all’Orf, l’emittente pubblica austriaca (a quel tempo unica emittente), occupandosi di ciò che gli era più congeniale: la musica e le tradizioni popolari.

Era diventato una leggenda, perché con i suoi programmi, inizialmente alla radio e poi anche alla tv, ha accompagnato gli austriaci per mezzo secolo. Celebre la trasmissione radio “Mit Musik ins Wochenende”, andata in onda per 1.000 (mille!) settimane. E poi “Klingendes Österreich” (l’Austria che suona), un programma tra le montagne del suo Paese, di cui aveva realizzato 200 puntate.

Sepp Forcher (dove Sepp, ovviamente, sta per Josef o Giuseppe, come si legge sul certificato di nascita italiano) è morto il 19 dicembre 2021, due giorni dopo il suo 91. compleanno e tre settimane dopo la morte della moglie Helli. L’ultima sua apparizione in tv risale al marzo di quell’anno. Ora giustamente gli si vorrebbe dedicare un rifugio alpino, come quelli a cui aveva dedicato parte della sua vita. Ma qui sorgono i problemi, perché promotrice dell’iniziativa è la Grossglockner Hochalpenstrasse Ag (Grohag), società che gestisce la strada alpina sul versante orientale del Grossglockner, mentre l’Österreichischer Alpenverein (Öav), il club alpino austriaco, vi si oppone.

Le ragioni sono presto dette. Grohag vorrebbe edificare il rifugio in corrispondenza della Gamsgrubenweg, ai piedi del Fuscherkarkopf. Per chi non conosce la zona, spieghiamo che si tratta di una strada pedonale di 3 chilometri e mezzo, con modesto dislivello, che dal parcheggio della Kaiser Franz Josephs Höhe sale al Wasserfallwinkel.

Siamo nel cuore del Parco nazionale degli Alti Tauri, in un’area quindi soggetta a tutela ambientale. L’Alpenverein ha buone ragioni per opporvisi. In primo luogo, perché il club alpinistico ha tra i suoi obiettivi la protezione dell’ambiente montano. In secondo luogo, perché – questo pochi lo sanno – l’Öav è proprietario del Parco degli Alti Tauri. Non di tutto il parco, ovviamente, ma della parte sul versante carinziano, compresi il ghiacciaio della Pasterze e i monti che le stanno attorno. Sono oltre 4.000 ettari, che l’Alpenverein ebbe in dono nel 1918 da Albert Wirth, industriale del legno di Villaco.

Wirth voleva a tutti i costi che quel magico mondo di granito e di ghiaccio non fosse contaminato dall’intrusione umana e, per assicurarsi che qualcuno lo proteggesse anche dopo la sua morte, pensò che la soluzione migliore fosse quella di affidarlo al club alpino, che allora si chiamava ancora Deutscher und Österreichischer Alpenverein, perché riuniva tutte le sezioni di Germania e Austria. La donazione prevedeva, infatti, che “das gewidmete Grossglocknergebiet als Naturschutzpark der Zukunft erhalten bliebe”. L’Övp, dunque, è il padrone di casa sul Grossglockner e quella clausola della donazione gli impone di conservare il patrimonio naturale ricevuto da Albert Wirth.

Discorso chiuso, dunque? Purtroppo no. Grohag ha impugnato la decisione dell’Öav davanti al Tribunale civile di Klagenfurt, sostenendo, carte alla mano, di essere proprietaria del terreno su cui vorrebbe costruire il rifugio. Nel 1936, infatti, il Ministro dei trasporti aveva espropriato di 11.500 metri quadrati l’Övp, proprio per costruire la Gamsgrubenweg, quel tracciato dalla Kaiser Franz Josepfs Höhe al Wasserfallwinkel, di cui abbiamo fatto cenno sopra.

Da allora sono passati quasi novant’anni e nel frattempo anche i metri quadrati dell’esproprio si sono misteriosamente triplicati: sono diventati 36.000. Anzi, per dirla tutta, all’Ufficio tavolare (quello che noi italiani delle vecchie province abbiamo il privilegio di conoscere) appare una metratura, mentre al Catasto ne appare un’altra. Il rifugio progettato da Grohag dovrebbe sorgere su quei 36.000 metri quadrati che considera suoi.

Quale delle due superfici è quella giusta? L’Ufficio tavolare di Maria Teresa è universalmente apprezzato, perché dovrebbe dare la certezza su quelli che vengono definiti i diritti reali. Ma non questa volta. Questa volta saranno i giudici a dover prendere la difficile decisione.

Seguiremo il caso per vedere come andrà a finire. Tutto si potrebbe risolvere civilmente – e non in un Tribunale civile – onorando Sepp Forcher con un rifugio costruito altrove, ma a Grohag non sta bene, perché ovviamente pensa di trarne un vantaggio economico. Chissà che cosa ne direbbe il vecchio Sepp, se sapesse della disputa! Un uomo di montagna come lui, cultore delle tradizioni e del mondo di un tempo, probabilmente rinuncerebbe al rifugio e preferirebbe che quell’angolo di paradiso continuasse ad essere riservato ai camosci e alle marmotte.

NELLA FOTO, la Gamsgrubenweg, come appariva qualche anno fa. La strada oggi è ufficialmente chiusa, per frane. Sulla sinistra, il Grossglockner con il ghiacciaio della Pasterze.

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