Giovedì 19 Settembre 2024

È la notizia che nella tarda mattinata di oggi ha aperto tutti i siti web di informazione austriaci: la morte, a 91 anni, di Richard Lugner, ex imprenditore delle costruzioni, multimilionario, ma universalmente conosciuto in Austria soprattutto per le sue iniziative stravaganti e per la sua rumorosa presenza nella vita pubblica.

Era stato un imprenditore di grande intelligenza e capacità, ma gli austriaci non lo ricorderanno per il suo lavoro. Lo ricorderanno per le sue esibizioni in una tv privata, che lo divertivano molto. Lo ricorderanno per i suoi sei matrimoni (l’ultimo lo scorso giugno), tutti con spose giovanissime e quasi tutti di breve durata.

Lo ricorderanno soprattutto per la sua presenza ogni anno al Ballo dell’Opera, l’evento mondano e sociale più importante del Carnevale viennese. Vi partecipa sempre anche il presidente della Repubblica, avendo ospiti Capi di Stato di tutto il mondo. Lugner aveva sempre sue ospiti attrici, spesso attempate, di tutto il mondo. Amava averle ospiti, ovviamente in cambio di un bel cachet, per attirare l’attenzione su di sé e promuovere indirettamente le sue attività imprenditoriali.

Erano state sue ospiti – per ricordare solo le italiane – Sophia Loren (1995), Claudia Cardinale (2002), Gina Lollobrigida (2013), Elisabetta Canalis (2015), Ornella Muti (2020). Ma la donna di cui tutti ricordano il nome, qui a Vienna, è Ruby Rubacuori, che Lugner aveva mandato a prendere a Genova con il suo jet privato nel 2011, quando era su tutti i giornali per il coinvolgimento di Silvio Berlusconi, che l’aveva definita “nipote di Mubarak”. Ne avevamo scritto nel 2011 il 22 febbraio, il 1. marzo, il 3 marzo, il 4 marzo e il 20 marzo.

Richard Lugner era fatto così. Amava essere al centro dell’attenzione, circondato da fotografi, sotto il lampo dei loro flash. Per questo, ormai in tarda età, aveva tentato persino la carriera politica, candidandosi alla presidenza della Repubblica nel 1998 (dove ottenne il 9,91%) e nel 2016 (2,26%). Si candidò anche al Parlamento, con una propria lista denominata “Indipendenti”, ma ottenne solo l’1,02%.

L’insuccesso non lo aveva amareggiato. Sapeva che era una competizione dal risultato scontato. Per lui era stato quasi un gioco, uno stratagemma per continuare ad essere personaggio pubblico. Era già soddisfatto quando la sera del giorno del voto raggiungeva la Nationalbibliothek (la sala stampa di solito è in un’ala del palazzo) con la sua limousine a passo allungato, accompagnato dalla moglie del momento, per essere assediato dai giornalisti che gli chiedevano un commento.

Vederlo aggirarsi ormai vecchio e barcollante nelle sale stampa, nel teatro dell’Opera o nella sua Lugner City (il più frequentato centro commerciale di Vienna da lui creato) sarebbe potuto sembrare un personaggio patetico, ma non lo era affatto. Perché era lucidamente consapevole della sua condizione e sufficientemente autoironico per poter rivestire fino all’ultimo giorno il ruolo di un personaggio della storia contemporanea di Vienna.

Che fosse davvero un personaggio, per quanto bizzarro, lo si deduce dal fatto che nel giorno della sua morte due canali della tv pubblica, Orf 2 e Orf III, hanno modificato il palinsesto per dedicare a lui i programmi della serata. Lo faranno anche i canali delle emittenti private Atv e Puls 24. Insomma, una commemorazione a reti unificate, come non era stata riservata neppure ai Capi di Stato morti in carica.

NELLA FOTO, Richard Lugner con Ruby Rubacuori, da lui invitata a Vienna nel 2011 per partecipare al Ballo dell’Opera. All’epoca il magnate delle costruzioni aveva 78 anni.

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