Mercoledì 4 Dicembre 2024

hypo_koscher_726Arriva oggi il giorno della verità per Hypo Bank. Il consiglio di sorveglianza del gruppo carinziano è stato convocato a mezzogiorno, per deliberare sulle misure urgenti da prendere per far fronte alla voragine di debiti che si sta spalancando sotto i piedi dell’istituto. Secondo quanto annunciato ufficialmente dalla stessa banca, il bilancio 2009 si chiuderà con una perdita superiore al miliardo di euro. Di quanto superiore non si sa, qualcuno ha parlato di “un pozzo senza fondo”. La gravità della situazione è segnalata anche dal fatto che per la prima volta il consiglio di sorveglianza non si riunirà nella sua sede naturale, a Klagenfurt, bensì a Monaco, presso la Bayern Lb, che dal 2007 controlla il 67,1% del capitale. Di fronte alla necessità improcrastinabile di un corposo aumento di capitale, la casa madre bavarese intenderebbe esercitare convincenti pressioni sugli altri azionisti – la compagnia assicuratrice Grawe di Graz, socia al 20,5%, e il Land Carinzia, al 12,4%) – affinché anch’essi scuciano denaro fresco per salvare la holding bancaria.

Presi in giro due volte. L’impressione a Monaco è di essere stati presi in giro due volte dagli austriaci. La prima volta, quando fu venduta loro una banca (inizialmente il 50,1%) per un valore di 3,2 miliardi, che probabilmente ne valeva molto di meno, come si evince oggi dalla cancellazione di crediti milionari che forse fin da allora si sarebbero dovuti considerare inesigibili. La seconda volta ora, nel momento dell’emergenza: richiesti di concorrere all’aumento del capitale, la Grawe ha fatto orecchie da mercante e il Land Carinzia invierà oggi a Monaco il suo assessore alle finanze, Harald Dobernig, per dire la stessa cosa.

Grawe e Land Carinzia si attendono che sia la Bayern Lb a farsi carico dell’intero salvataggio, perché è quella che avrebbe più da rimetterci da un eventuale naufragio (ai 1.625 milioni investiti inizialmente per l’acquisto del 50,1% del capitale ha dovuto aggiungerne altri 1.100 nel 2007, perché già allora si era reso necessario un aumento di capitale). La Bayern Lb, a sua volta, insisterà perché facciano la loro parte anche i soci austriaci, in particolare il Land Carinzia, tenuto a garantire i debiti della banca fino a un tetto di 19 miliardi di euro. Se Hypo Group fosse lasciata fallire – si fa per dire – i creditori potrebbero rivalersi nei confronti del Land, che a questo punto, per la prima volta nella storia dell’Austria, andrebbe alla bancarotta, perché non ha i mezzi per soddisfare i richiedenti.

Impossibile fallire. Certo, alle spalle del Land Carinzia c’è lo Stato, che era già intervenuto una volta in aiuto a Hypo Group con un prestito assimilabile ai Tremonti Bond di 900 milioni e potrebbe essere chiamato a farlo nuovamente. In fin dei conti Hypo Bank è classificata come una “Systembank”, cioè un istituto che, per il suo ruolo nell’equilibrio del sistema bancario austriaco, lo Stato non lascerebbe fallire. Ma di fronte alla richieste giunte da Klagenfurt Vienna ora nicchia. Il messaggio che giunge dalla capitale al Land Carinzia è il seguente: dalla vendita della vostra quota di Hypo Group ai bavaresi avete incassato  809 milioni; prima di chiedere altri soldi a noi, reinvestite quelli che avete ricevuto. Solo che nella situazione di indebitamento in cui si trova attualmente il Land (il più alto in Austria, dopo quello della Bassa Austria), ha bisogno di quel capitale come dell’aria per respirare.

Insomma, per le ragioni che abbiamo cercato di spiegare, oggi a Monaco assisteremo a un braccio di ferro, che potrebbe concludersi con un pericolosissimo nulla di fatto. Perché i tempi sono molto stretti. Una soluzione infatti va trovata entro il 10 dicembre, giorno in cui si riunirà un’assemblea straordinaria di Hypo Group per deliberare un aumento vincolante di capitale. Altrimenti qualcuno potrebbe chiedere che ne sia dichiarato lo stato di insolvenza.

Mentre tra Klagenfurt e Monaco si scherza con il fuoco, a Tavagnacco, sede della direzione generale di Hypo Bank Italia, la situazione appare tutto sommato tranquilla. La filiale italiana del gruppo ha chiuso anche il terzo trimestre con dati largamente positivi, lasciando prevedere che anche il bilancio 2009 si chiuderà con degli utili. Tra le tante scelte strategiche sbagliate compiute dalla holding carinziana ai tempi della direzione Kulterer, almeno quella in Italia si è rivelata vincente.

Lascia un commento