Il problema che preoccupa di più gli austriaci in questo momento non è l’epidemia da Coronavirus e non sono nemmeno gli immigrati. In testa alla lista delle preoccupazioni sta la crisi dell’economia e l’inflazione. L’inflazione? Incredibile vero? In Austria come nel resto d’Europa l’inflazione non è mai stata così bassa eppure ci si preoccupa, segno evidente che la percezione dei pericoli spesso non è fondata su minacce effettive.
Ma tant’è. Un sondaggio condotto da Makam Research per conto del Ministero degli Interni ci rivela che il 44,4% degli austriaci si sente minacciato dalla crisi dell’economia e dalla presunta inflazione. Il 13,1% addirittura “molto minacciato”.
I timori per il proprio portafogli e per il proprio benessere emergono soltanto di sbieco nel sondaggio di Makam Research, il cui obiettivo principale era misurare il senso di sicurezza degli intervistati. E qui il risultato è stato straordinario, ma non sorprendente. L’Austria, lo sappiamo tutti, è un Paese con un basso tasso di delinquenza, dove si possono lasciare le porte di casa aperte (ovviamente non in tutte le città e non in tutti i quartieri) o dimenticare in giro il portafogli, con la certezza di poterlo ritrovare.
La straordinarietà del risultato consiste nel fatto che il 97% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi sicuri o addirittura “molto sicuri”. Anche in passato questo sentimento era molto diffuso: 92% nel 2018, 94% nel 2019. L’ultimo sondaggio, condotto dopo il lock-down, segnala un’ulteriore crescita di 3 punti percentuali.
A questo senso di sicurezza si accompagna un rapporto di fiducia nella polizia, nutrita dal 90,5% degli intervistati. Ha contato certamente l’operato delle forze dell’ordine nei mesi dell’epidemia da Coronavirus, giudicato dal 78,2% della popolazione adeguato alla situazione. Durante i mesi di quella che, per semplicità, possiamo definire la “prima ondata” del Coronavirus, la polizia non ha svolto soltanto i suoi compiti istituzionali di prevenzione e repressione dei comportamenti illeciti, ma ha anche prestato assistenza alle persone in difficoltà a causa del virus, ha svolto opera di consulenza e informazione. Il sondaggio ha rilevato che ben il 16,1% degli intervistati tra marzo e maggio aveva avuto contatti con la polizia, in forma di colloqui, richiesta di informazioni, denunce o altro.
Intervistato dall’Apa (l’agenzia di stampa Austria Presse Agentur), il ministro degli Interni, Karl Nehammer, ha annunciato la creazione entro l’anno di un ufficio reclami, che raccoglierà eventuali segnalazioni di abusi da parte dei poliziotti. Al tempo stesso sarà avviato un progetto per tutelare meglio le poliziotte da comportamenti violenti. Nei reparti di polizia non si fa distinzione tra maschi e femmine e una donna è addirittura ai vertici della polizia in Carinzia. Ma di fatto negli scontri con malintenzionati sono sempre le poliziotte ad avere la peggio. Nehammer ha citato un dato impressionante: nel 2019 circa mille donne poliziotto sono rimaste ferite in servizio. “Un numero enorme – ha commentato il ministro – di cui finora si è parlato poco”, ma a cui va trovato un rimedio.
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