Il numero dei nuovi contagi da Covid-19 continua a crescere in Austria. Nelle ultime 24 ore ne sono stati contati 282. Così tanti in un solo giorno non si registravano da marzo, ovvero dai giorni più caldi dell’epidemia. Il ministro della Salute, Rudolf Anschober, ha definito “inquietante”il fenomeno, la cui gravità tuttavia non va sopravvalutata.
Il giudizio del ministro è dovuto forse al fatto che dopo la prima ondata epidemica ci si attendeva un periodo di tregua, il che non sta avvenendo. Forse non si tratta già della temuta “seconda ondata”, ma i dati suscitano allarme e spiegano i tanti provvedimenti che qua e là vengono presi, dalla chiusura di alcuni esercizi pubblici fino all’annullamento dell’Ironmann 2020, la supercompetizione (nuoto, ciclismo, maratona) sul Wörthersee, già rinviata al 20 settembre e ora rimandata definitivamente al 4 luglio del prossimo anno.
Tutti si chiedono ovviamente quale sia la ragione di questa crescita dei contagi. La prima risposta più rassicurante è che nei giorni scorsi è stato fatto un numero maggiore di test e, quando si cerca, si finisce inevitabilmente per trovare: 12.000 test nelle ultime 24 ore, circa un milione dall’inizio dell’emergenza.
Ma proprio l’analisi dei test effettuati ha fatto capire che buona parte dei nuovi contagi sono dovuti a vacanzieri di ritorno dall’estero: costa istriano-dalmata, Grecia. Per esempio, delle 22 nuove infezioni rilevate in Carinzia, 16 erano di persone rientrate dalla Croazia.
Per il momento l’aumento dei casi positivi non aggrava il carico degli ospedali. Solo tre ammalati da Covid-19 sono finiti in terapia intensiva, facendo aumentare il numero totale a 19. Siamo ancora lontanissimi da un’emergenza e ciò dipende soprattutto dal fatto – secondo il ministro Anschober – che ora è cambiata l’età media dei contagiati. Se all’inizio erano soprattutto anziani, in genere già sofferenti per altre patologie e quindi molto a rischio, ora sono giovani tra i 15 e i 24 anni, in grado di sopportare meglio il contagio, quasi sempre senza necessità di ricovero.
In ogni caso, Anschober vuole tenere sotto controllo la situazione e ha convocato per lunedì i vertici dell’Ages (l’Agenzia statale per la salute e la sicurezza alimentare). Qualora il numero dei contagi dovesse subire un’accelerazione, lunedì potrebbero essere rimesse in campo restrizioni in ambito federale (tutta l’Austria) o regionale (delle 286 nuove infezioni delle ultime 24 ore, 112 sono state registrate a Vienna, la maggior parte delle quali in ambito familiare).
Ovviamente si guarda con apprensione a ciò che accade in Croazia. Il Ministero degli Esteri ha lasciato capire che da lunedì questo Paese potrebbe aggiungersi a quelli considerati a rischio. Il che significa che chi rientrerà in Austria dalla Croazia, senza un test negativo al Covid-19, dovrà sottostare a 10 giorni di quarantena. La qualificazione di Paese “a rischio” ha come conseguenza che le vacanze prenotate in Croazia attraverso un’agenzia potranno essere disdette senza costi. Naturalmente a nessuno sarà impedito di recarsi in Croazia, ma in caso di contagio, dovrà provvedere a sue spese al rientro.
NELLA FOTO, una spiaggia della Croazia, molto amata dai turisti austriaci.
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