Sabato 14 Dicembre 2024

20.08.11 Martin Pucher, Commerzialbank MattersdorfIl fallimento della Commerzialbank Mattersburg è capitato all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ma il temporale covava da tempo. Da quanto tempo? Da qualche settimana? Da qualche mese? No, da 28 anni.

Dunque, lo scandalo che ha creato un buco di mezzo miliardo, che ha fatto sparire i depositi di parecchie amministrazioni comunali del Burgenland, che ha fatto perdere il posto di lavoro ai dipendenti della banca, ora sigillata, e di alcune imprese fallite in conseguenza del crac bancario, che ha messo nei guai la giunta regionale a guida socialdemocratica, per gli intrecci dell’istituto di credito con altre istituzioni vicine all’Spö, questo scandalo – dicevamo – ha origine da episodi di mala gestione che risalgono a quasi trent’anni fa e di cui nessun organo di vigilanza si era mai accorto.

Situazioni analoghe le avevamo già viste nello scandalo Hypo Bank. Anche in quell’occasione era emersa evidente l’incapacità degli organi di controllo, dalla Banca nazionale austriaca al Finanzmarktaufsicht, di svolgere le loro funzioni. Ma in quel caso almeno le distorsioni si erano manifestate negli ultimi anni.

La Commerzialbank, invece, è rimasta a galla grazie bilanci e documentazioni falsificate nell’arco di più generazioni di impiegati. Alcuni di essi sono stati assunti quando già la banca “dava i numeri” e sono andati in pensione quando ancora si credeva che quei “numeri” fossero veri.

A rivelare la lunga storia di intrallazzi è stato lo stesso ex direttore generale, Martin Pucher (nella foto), interrogato dalla Procura federale anticorruzione. Pucher ha confessato di aver cominciato a falsificare i bilanci fin dal 1992, per le pressioni esercitate dagli azionisti, che volevano risultati positivi. Inizialmente si era trattato di piccoli aggiustamenti, che con l’andar del tempo erano cresciuti a dismisura e senza che lui ormai potesse tenerli sotto controllo. Nel 2000 – ha spiegato – la banca era già nelle condizioni di fallire. Ma nessuno se n’era accorto o, forse, aveva preferito non accorgersene, per non doversi fare carico della patata bollente.

Nel frattempo i Comuni rimasti senza i loro soldi hanno bussato alle porte del Land, per avere il suo aiuto. Ma il Land per ora non ha risposto. Il governatore Hans Peter Doskozil ha avviato un’azione di responsabilità nel confronti degli organi di controllo federali e dello stesso Stato. Vuole che siano essi a pagare. Ma prima che vi sia una sentenza – ammesso che vi sia quella sentenza – campa cavallo.

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