Mentre mi accingo a scrivere queste righe, sullo schermo del televisore accanto a me c’è Wolfgang Fellner, boss di OE24, che intervista Andreas Babler, leader dell’Spö. Soltanto uno scambio di battute. La cosa che più mi stupisce è che la trasmissione è in diretta. Una specie di maratona sulle elezioni in Austria, che dura da ieri e che continuerà fino a stanotte.
Ricorda le maratone di Mentana, ma Mentana non potrebbe fare quel che fa Fellner. Una delle tante differenze tra le elezioni in Austria e in Italia è che in Austria la campagna elettorale non finisce mai. È consentita anche nel giorno del voto. E Fellner fa bene il suo lavoro, dando il microfono a Babler, mentre i seggi sono aperti. Da noi questo sarebbe inconcepibile, perché il confronto politico cessa già al venerdì.
Anche i sondaggi preelettorali qui non hanno limiti di tempo. Da noi sono proibiti nei 15 giorni precedenti la data di votazione. In Austria l’ultimo sondaggio è stato pubblicato dall’istituto Market Lazarsfeld il 26 settembre, tre giorni prima del voto. Ne avevamo dato puntualmente conto venerdì scorso.
C’è un altro aspetto delle elezioni austriache per noi stupefacente. Si può votare recandosi ai seggi, ma si può votare anche per posta, ritirando la scheda elettorale in municipio e compilandola con comodo a casa propria. Per agevolare questa procedura, le Poste austriache svuotano le cassette delle lettere anche al sabato. Gli austriaci che preferiscono votare per posta sono sempre più numerosi. In questa consultazione saranno oltre 1,4 milioni, su 6,3 milioni di aventi diritto al voto, pari al 22%.
Le ragioni di questa crescente tendenza al voto per posta sono evidenti. In questo modo il voto può essere espresso quando si vuole e dove si vuole ed esonera dall’obbligo di recarsi ai seggi nel giorno in cui magari si preferirebbe fare un viaggio o una vacanza. O in cui invece si è impegnati nel lavoro.
Agli austriaci non verrebbe mai in mente quel che invece verrebbe in mente agli italiani, soprattutto in alcune regioni. A differenza del voto nel segreto della cabina elettorale, la scheda compilata al proprio domicilio si presterebbe a un mercato che condizionerebbe il risultato finale. È una ipotesi che in Austria, almeno per il momento, non è concepibile. È una differenza culturale non difficile da capire. È la stessa per cui gli austriaci, per esempio, pagano il biglietto per i mezzi pubblici di trasporto, anche se nessuno li controlla. Se – azzardiamo un’ipotesi dell’irrealtà – gli autobus e i tram di Roma fossero utilizzati soltanto da passeggeri austriaci, in due mesi sarebbe sanata la perdita di esercizio che ora è di 22 milioni.
NELLA FOTO, Wolfgang Fellner nel suo programma televisivo su OE24.
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