Il telegiornale austriaco delle 22.00, Zib2 (la sigla sta per “Zeit im Bild”) dura di solito meno di mezz’ora ed è trasmesso in contemporanea anche da 3Sat, l’emittente satellitare che lo diffonde in tutta Europa. Venerdì sera è durato invece un’ora e 8 minuti, sforando così i limiti di tempo di 3Sat, con cui è stato necessario interrompere il collegamento prima della fine. Una simile eccezione si è resa necessaria perché Zib2 ha avuto un ospite “eccezionale”: l’ex cancelliere ed ex segretario dell’Fpö Heinz-Christian Strache, che proprio poche ore prima era stato espulso dal suo partito.
L’intervista è durata oltre un quarto d’ora. Non sono emerse informazioni che non fossero già note, ma è stata comunque utile soprattutto per rivedere Strache, da un po’ di tempo assente dai riflettori. Se n’è ricavata l’impressione di un uomo estraniato dalla realtà, non in grado di rendersi conto della gravità delle sue azioni (su cui, tra l’altro, sta indagando la magistratura) e del danno da lui causato al partito, sconfitto sonoramente alle elezioni politiche di settembre e poi anche a quelle tenutesi in due Länder, il Vorarlberg e la Stiria.
Ha colpito soprattutto la ripetitività di alcune sue affermazioni, come l’accusa rivolta alle “strutture criminali presenti nel partito” che avrebbero ordito contro di lui e la recriminazione di essere stato messo da parte, proprio lui che aveva portato l’Fpö dall’11 al 31 per cento. Sono discorsi che di solito si acoltano da persone anziane, un po’ suonate, non da un uomo ancora relativamente giovane, che fino a maggio era stato vicecancelliere dell’Austria.
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Alla domanda della conduttrice, Lou Lorenz-Dittlbacher, se avesse intenzione di riprendere a fare politica, Strache ha risposto evasivamente. Ma quando l’intervistatrice ha insistito, capovolgendogli la domanda e chiedendogli se escludesse di volerlo fare, Strache ha risposto di non poterlo escludere.
Quindi è certo. Heinz-Christian Strache sta pensando di tornare a far politica, anche se non più con l’Fpö. Fonderà un nuovo partito o, molto più probabilmente, assumerà la guida della Daö (L’Alleanza per l’Austria), appena nata nel Comune di Vienna da una scissione di tre consiglieri dell’Fpö.
La Daö è appena nata, ma era in gestazione da settimane. Strache ufficialmente non vi fa parte, ma che sia lui l’ispiratore è più che probabile. Del resto, quando è stato chiesto ai tre scissionisti perché fossero usciti dall’Fpö e in che cosa si distinguessero dall’Fpö, hanno risposto: “Ci distinguiamo dall’Fpö, perché non siamo contro Strache”. Non vi sono dunque divergenze sui programmi, ma soltanto una questione di fedeltà al leader.
Il quale leader da settimane ha tastato il terreno a vari livelli, per verificare quali altri esponenti del partito sarebbero disposti a seguirlo nella sua nuova avventura. Per ora sono soltanto i tre consiglieri comunali. Tre su 34 consiglieri dell’Fpö (in tutto i consiglieri del Comune di Vienna sono 100). Un po’ pochi per intraprendere un viaggio periglioso, con scarse probabilità di successo. Il nuovo partito di Strache, che sarà probilmente questa neonata “Alleanza per l’Austria”, non avrà successo, ma servirà solo a procurare nuovi danni all’Fpö, sottraendogli altri voti.
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L’”Alleanza per l’Austria” forse non avrà successo e uscirà di scena dopo una o due legislature, come è sempre accaduto nelle precedenti scissioni (da quella del Liberales Forum del 1993 a quella dello stesso Jörg Haider nel 2005), ma servirà almeno a raccogliere soldi. Dal momento in cui nasce un gruppo consiliare nel Comune di Vienna ha subito diritto a un contributo di 62.200 euro al mese, più altri finanziamenti per attività di formazione e per la manutenzione della sede (in locali messi a disposizione dallo stesso Comune). Inoltre, ogni trimestre il gruppo riceve 76.500 euro per spese di aggiornamento dei propri consiglieri. I quali consiglieri, ovviamente, continuano a percepire la loro indennità di carica.
Stiamo parlando di un minuscolo gruppo consiliare. Per quelli più grandi i contributi e i finanziamenti sono proporzionalmente maggiori. La generosità con cui i consiglieri di Vienna si autofinanziano rappresenta la norma in Austria. Non meno generoso è lo Stato con i gruppi parlamentari e con le “accademie” di ciascun gruppo parlamentare. L’Austria è il secondo Paese al mondo per il finanziamento pubblico ai partiti politici.
L’argomento è di attualità in Italia, dove proprio in questi giorni ci si chiede se sia stata una buona idea abolire il finanziamento ai partiti, che per svolgere la loro funzione devono pur trovare i soldi da qualche parte. In proposito, si è osservato che proprio la mancanza di finanziamenti pubblici favorirebbe la ricerca di “sponsor” privati, che per il loro aiutino pretenderebbero qualcosa in cambio.
L’Austria dimostra che il finanziamento pubblico, anche quando è erogato generosamente (e in Austria è oltremodo generoso), non mette al riparo da forme di interventi privati spesso sospetti. Il caso Strache ne è un esempio lampante: la sospensione e poi l’espulsione dal partito è la conseguenza del cosiddetto Ibiza-gate, nel quale si stava trattando il versamento di tangenti russe in cambio di appalti pubblici. E proprio questa settimana il settimanale “Profil” pubblica l’agenda di Strache, nella quale emergono appuntamenti con esponenti della finanza e dell’imprenditoria, con cui non aveva alcuna ragione politica di incontrarsi, se non quella di trattare favori in cambio di soldi. Uno di questi appuntamenti era fissato con esponenti delle imprese del tabacco, che fanno pensar male sulle ragioni per cui Strache si era battuto per consentire il fumo nei locali pubblici.
Ma anche i predecessori di Strache non scherzavano. Sono ancora in corso processi nei confronti di uomini di Haider per tangenti percepite oltre 10 anni fa. Il caso più clamoroso riguarda l’ex ministro delle finanze Grasser, per una tangente di 9,6 milioni, del cui processo giunto alla 130.ma udienza abbiamo dato notizia due giorni fa.
NELLA FOTO, la giornalista Lou Lorenz-Dittlbacher, di spalle, con Heinz-Christian Strache, durante l’intervista in Zib2 di venerdì sera.
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