Giovedì 12 Giugno 2025

Mentre l’acqua del Wörthersee dovrebbe essere potabile – così almeno si dice e in agosto 5 sindaci temerari l’hanno bevuta per dimostrarlo – l’acqua di Klagenfurt al contrario non è potabile. Non lo è più da circa due settimane. Da quando, cioè, in occasione di uno dei controlli di routine nelle scuole materne comunali, nell’acqua attinta ai rubinetti è stata riscontrata la presenza di batteri enterococchi, originati da materiale fecale.

L’accertamento non ha suscitato inizialmente allarme, poiché si è ritenuto trattarsi di un caso isolato, che poteva essere risolto sostituendo l’acqua dei rubinetti con bottiglie di acqua minerale, per il tempo necessario per porre rimedio all’inconveniente. Nei due giorni successivi, però, sono stati effettuati altri 12 test in altre scuole della città e in 7 la carica batterica è risultata superiore ai limiti consentiti.

Alle 12.30 del 20 settembre i servizi sanitari del Comune hanno lanciato l’allarme: tutta l’acqua di Klagenfurt era potenzialmente a rischio e non poteva essere bevuta o usata per cucinare senza essere stata prima bollita. Nadja Ladurner, ufficiale sanitaria, ha spiegato che i batteri presenti nell’acqua avrebbero potuto causare dissenteria e infezioni alle vie urinarie. Nessun problema, invece, usarla per la doccia o per lavarsi i denti.

Come sempre capita in casi del genere, la popolazione è stata presa dal panico. Già poche ore dopo le bottiglie di acqua minerale non gasata erano scomparse dagli scaffali dei supermercati. Non che ce ne fosse una tale necessità, ma quasi tutti hanno preferito assicurarsene una scorta. Molti sono andati ad acquistarle nei comuni vicini. Alcuni si sono recati addirittura fino a Tarvisio.

Le stesse Stadtwerke (aziende municipalizzate), che gestiscono i 900 chilometri di rete idrica del capoluogo carinziano, hanno organizzato un servizio di distribuzione d’acqua. Anche Kärntnermilch, azienda che commercializza il latte carinziano, ha voluto dare il suo contributo, distribuendo gratis cartoni riempiti con acqua, anziché con latte.

Le Stadtwerke sono state sommerse da un’ondata di critiche, per la scarsa manutenzione delle condutture, che avrebbe consentito la contaminazione dell’acqua con batteri fecali, e per i ritardi nell’informazione. Anche il governatore della Carinzia, Peter Kaiser, ha criticato la gestione dell’emergenza.

Dal primo accertamento della presenza batterica sono passate due settimane, ma l’emergenza potrebbe durare all’infinito, perché i tecnici delle Stadtwerke non hanno ancora un’idea di come e di dove possa essere avvenuto il contagio. In casi del genere, infatti, la concentrazione della presenza batterica consente di individuare rapidamente la fonte. A Klagenfurt, invece, gli enterococchi sono sparsi in quantità modeste lungo l’intera rete idrica, per cui non si sa dove incominciare a mettere le mani.

Ovviamente, per prima cosa sono stati effettuati controlli alle fonti di approvvigionamento e nei serbatoi pensili, dove tuttavia non è stata trovata traccia dei batteri. L’intrusione pertanto potrebbe essere avvenuta in un punto qualsiasi dei 900 chilometri di tubature. Ma dove? La rete perde il 16% dell’acqua che trasporta (nel 2019 ne perdeva il 33%), perché le condotte, alcune molte vecchie, presentano qua e là squarci. Ma Erwin Smole, direttore di Stadtwerke, esclude che i batteri siano entrati da lì: “La pressione dell’acqua è di almeno 5 bar – spiega – per cui, se ci sono buchi, l’acqua non entra, ma esce”.

Nell’impossibilità di intervenire immediatamente sul punto di origine del contagio, si procede con test sistematici lungo la rete. Se ne fanno 20 al giorno e l’analisi dei campioni richiede 48 ore. Con questo ritmo potrebbero passare 100 anni prima di venire a capo del problema, ma non si possono accelerare i tempi. I cittadini e gli ospiti di Klagenfurt dovranno farsene una ragione e accettare l’idea di dover bere chissà fino a quando acqua minerale, eventualmente procurandosene una scorta in Italia, dove costa di meno. Oppure potranno abbeverarsi alle sponde del Wörthersee, dimostrando di credere che l’acqua del lago è davvero potabile e non soltanto uno spot pubblicitario.

NELLA FOTO, i bancali con le bottiglie di acqua minerale distribuite dalle Aziende municipalizzate di Klagenfurt, per far fronte all’emergenza idrica, e il direttore delle Stadtwerke, Erwin Smole.

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