Vita sempre più difficile e a rischio per i tassisti di Vienna. Soprattutto per quelli che prestano servizio di notte e sono più esposti alle insidie. Uno di essi è comparso oggi nel Tribunale di Vienna in qualità di teste e parte lesa in un processo che vedeva sul banco degli imputati un uomo di 29 anni, che tre mesi fa stava quasi per ammazzarlo. Se l’era cavata solo grazie all’intervento dei poliziotti, richiamati sul posto da alcuni passanti.
Al termine del procedimento il collegio giudicante, composto da tre giudici togati e otto giudici popolari, ha pronunciato una condanna a 18 anni di reclusione per il tentato omicidio. Circostanza insolita: sia l’imputato che il pubblico ministero hanno accolto la sentenza, rinunciando ad opporre appello, per cui è passata in giudicato e diverrà immediatamente esecutiva.
L’episodio all’origine della condanna risale alla mezzanotte circa del 12 luglio scorso. Il tassista aveva suonato il clacson, perché l’imputato – risultato poi essere un rifugiato siriano – gli aveva tagliato la strada in bicicletta, attraversando con il rosso la Simmeringer Hauptstrasse. Solo una brusca frenata del veicolo aveva impedito l’investimento.
Il ciclista, anziché rallegrarsi del mancato incidente, aveva reagito inveendo contro il tassista, battendo i pugni sul cofano del veicolo e staccando lo specchietto retrovisore con un colpo di gomito. L’autista era uscito dalla macchina per affrontare l’uomo, ma questi aveva reagito aggredendolo con uno scalpello e un rasoio che aveva con sé, procurandogli così una ferita alla nuca e sfregi superficiali al collo e alle spalle.
Sarebbe potuto finire peggio, se il tassista non fosse stato lesto a schivare altri fendenti del rasoio del siriano e a scagliarsi su di lui, stendendolo al suolo. Nel frattempo era arrivata la polizia, che aveva arrestato l’uomo.
NELLA FOTO, la Simmeringer Hauptstrasse attraversata con il rosso dal ciclista siriano, mentre stava transitando il tassista.
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