In luglio il turismo in Austria ha registrato un calo del 17,4% rispetto allo stesso mese del 2019. In tempi normali questo risultato sarebbe stato giudicato catastrofico e avrebbe provocato dimissioni o licenziamenti nei responsabili della politica e della promozione turistica. Ma quest’anno è diverso e un risultato negativo di questa dimensione può risultare perfino consolatorio, perché sarebbe potuto andare molto peggio.
Il 2020 è l’anno del Covid-19, che ha chiuso le frontiere, paralizzato i viaggi e messo in ginocchio l’industria del turismo. Tra gennaio e luglio, rispetto all’anno prima, vi sono stati 21,52 milioni di pernottamenti in meno, pari al 44,6%. E questo, benché in gennaio e febbraio gli affari fossero andati a gonfie vele, con i poli sciistici strapieni di ospiti. È seguito il crollo di marzo e dei mesi successivi.
Il dato di luglio, per quanto negativo, rappresenta dunque una ripresa. Segno che l’invito del governo ai connazionali di fare vacanze patriottiche è stato ascoltato. La diserzione dei turisti stranieri (-28,7%, pari a 9,93 milioni di pernottamenti) è stata in parte compensata dalle presenze austriache (+15,2%, 5,57 milioni di pernottamenti). Anche gli ospiti tedeschi hanno dato una mano: hanno soggiornato meno del solito (-4,3%), ma si temeva che potesse andare molto peggio.
Chi ha “tradito” di più l’Austria in tempi di Coronavirus? Statistik Austria (equivalente del nostro Istat) indica l’Italia (-66,4%), la Francia (-55,7%), l’Ungheria (-43,5%), il Belgio (-30,3%), la Polonia (-27,8%), la Cechia (-28,1%), i Paesi Bassi (-21,7%). Dagli Usa, dalla Svezia e dalla Russia il calo è stato superiore al 90%.
All’interno dell’Austria si sono registrate significative differenze nelle presenze turistiche. Mentre Vienna ha registrato in luglio un calo del 73,3%, con metà degli hotel chiusi, negli altri Länder il calo è stato intorno al 10-20%. Ma in Carinzia, in Stiria e nel Burgenland il numero dei pernottamenti è addirittura aumentato.
NELLA FOTO, il parco della reggia di Schönbrunn. Non si nota l’affollamento di un tempo.
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